Brexit, oggi il via libera definitivo del Consiglio europeo

Auld Lang Syne. La tradizionale canzone scozzese, nota in Italia come il Valzer delle candele, è stata la colonna sonora dei “titoli di coda” della Brexit. Strasburgo ha detto “arrivederci” e non addio ai britannici. Intenso ed emozionate il momento subito dopo il voto quando gli eurodeputati si sono tenuti mano nella mano e hanno cantato insieme.

Con un voto storico il Parlamento europeo ha concluso la lunga maratona che tra due giorni porterà all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea approvando a larghissima maggioranza l’accordo sul divorzio, con 621 sì, 49 contrari e 13 astenuti. Dopo quasi tre anni e mezzo, da quando è stato indetto il referendum, gli eurodeputati di Sua Maestà lasciano Bruxelles e Strasburgo. Adesso si apre la porta alla seconda fase dei negoziati sulle relazioni future fra Londra e Bruxelles. Oggi il Consiglio europeo, tramite procedura scritta, darà il via libera al divorzio, con un voto a maggioranza qualificata, mentre nella notte tra venerdì 31 gennaio ed il primo febbraio le bandiere della Union Jack non sventoleranno più davanti alle tre sedi istituzionali dell’europarlamento.

A testimonianza di un momento anche simbolico, un vero e proprio rito di passaggio, Bruxelles si colora con bandiere europee e Union Jack britanniche e si emoziona nel dibattito che precede il voto. Ad esultare, i britannici del Brexit Party, capeggiati dal loro leader Nigel Farage che in aula prima del voto si è augurato che la Brexit porti ad un “dibattito in tutta l’Europa”, una Europa che “noi adoriamo, mentre “odiamo l’Unione europea”, ha detto l’eurodeputato che in mattinata aveva paragonato il divorzio dall’Unione alla decisione di Enrico VIII di staccarsi dalla Chiesa di Roma.

Altro invece il coro da parte di tutte le altre famiglie politiche, a partire dal Ppe, socialisti, democratici e liberali che oltre a sottolineare il “momento triste” hanno indicato quale prospettiva seguire nei negoziati futuri. Toccanti gli interventi degli eurodeputati scozzesi che hanno deplorato questo momento sottolineando che la “Scozia è una nazione europea”. Dal commissario Paolo Gentiloni è giunto l’avvertimento a “lavorare per avere degli accordi che impediscano qualsiasi ripercussione economica negativa, consapevoli del fatto che, se ci saranno difficoltà, le ripercussioni negative saranno alla fine purtroppo più negative per il Regno Unito che per l’insieme dell’Ue”. E se il presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha preferito la parola “arrivederci” rispetto all’addio, la presidente dell’esecutivo comunitario Ursula von der Leyen ha promesso ai deputati britannici che l’Ue non starà “mai lontana”.

Sono 73 gli eurodeputati britannici che lasciano i loro seggi che saranno ripartiti fra i restanti Paesi, mentre una parte verrà congelata in vista di eventuali nuovi e futuri ingressi. Si passerà dagli attuali 751 seggi a 705. Dei 27 seggi ridistribuiti tra diversi paesi tre andranno all’Italia. Tutti al centrodestra. A febbraio entreranno nell’emiciclo Vincenzo Sofo (Lega), Sergio Berlato di Fratelli d’Italia e Salvatore De Meo per Forza Italia. A Strasburgo è atteso anche l’ex sottosegretario Sandro Gozi, eletto in Francia con la lista Renaissance del presidente Emmanuel Macron.

Aggiornato il 30 gennaio 2020 alle ore 14:04