Virus Cina: morti salgono a 132, casi accertati a 5974

Gli effetti del coronavirus sono devastanti non solo sulla salute. Alcuni esempi? È crollata la Borsa di Hong Kong. La Toyota sospende la produzione in Cina. E Starbucks chiude temporaneamente metà dei locali. McDonald’s aveva annunciato una decisione simile. British Airways ha annunciato la sospensione immediata di tutti i suoi voli verso la Cina a causa della epidemia.

Intanto, il coronavirus di Wuhan ha causato finora in Cina 132 morti, a fronte di casi accertati portatisi a 5.974 unità: è il bilancio stilato alle 8 locali (l’una in Italia) dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc) cinese. Con i 5.974 casi annunciati il contagio del coronavirus di Wuhan ha superato in Cina quello del 2002–2003 legato alla Sindrome respiratoria acuta grave (Sars), fermatosi a quota 5.327, in base alle statistiche ufficiali dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Quanto ai decessi, i 132 casi finora imputabili al coronavirus di Wuhan sono ancora lontani dai 349 di fine 2003. I casi di coronavirus confermati nella giornata di ieri sono 1.459, meno dei 2.077 registrati nella giornata di lunedì, a segnalare un possibile inizio del rallentamento del contagio. I casi sospetti si attestano a 9.239.

Sono 103 le persone che hanno superato l’infezione e che sono state dimesse dopo il ricovero ospedaliero. Nel conteggio della cosiddetta Grande Cina – includendo Hong Kong, Macao e Taiwan – i casi confermati sfiorano le 6.000 unità, a quota 5.997. In mattinata arriva un nuovo bilancio: le autorità cinesi hanno accertato 11 nuovi casi di contagio da coronavirus di Wuhan a Pechino e 16 a Shanghai, dove si è registrato il quinto caso di un paziente che ha superato l’infezione dopo i trattamenti in ospedale. A Shanghai, dove l’aggiornamento del bollettino della diffusione del virus avverrà ogni 12 ore, sarà usata anche la medicina tradizionale cinese come strumento di prevenzione e di controllo dell’epidemia, in base a quanto riferito in conferenza stampa da Wu Jinglei, direttore della locale Commissione sanitaria.

L’Unità di crisi della Farnesina, in stretto coordinamento con il ministero della Difesa, il ministero della Sanità e l’Istituto nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”, sta organizzando un volo operato dal Comando operativo di Vertice Interforze, per rimpatriare i cittadini italiani bloccati a Wuhan, la città cinese maggiormente coinvolta dal nuovo coronavirus. Il velivolo, previsto in partenza dall’Italia domani una volta acquisite le necessarie autorizzazioni da parte cinese, raggiungerà direttamente l’aeroporto di Wuhan con a bordo personale medico specializzato, infermieri e adeguato equipaggiamento sanitario per garantire un trasporto sicuro. All’arrivo in Italia i connazionali seguiranno un protocollo sanitario definito dal ministero della Salute. È arrivato in Alaska l’aereo proveniente da Wuhan con oltre 200 cittadini americani a bordo.

Lo riporta la Cnn. Sul sito Flight Aware si vede il velivolo della Kalitta Air circondato da diverse persone bardate con le tute protettive. Dopo il rifornimento l’aereo ripartirà una base militare in California. Inizialmente sarebbe dovuto atterrare in un aeroporto civile ma questa notte le autorità Usa hanno comunicato la nuova destinazione. La British Airways ha annunciato la sospensione immediata di tutti i suoi voli verso la Cina a causa della epidemia. Toyota ha interrotto la produzione in Cina fino al 9 febbraio, per i timori che l’infezione da coronavirus si diffonda ancora più rapidamente. Starbucks ha annunciato la chiusura temporanea di metà dei propri punti vendita in Cina sui timori di contagio del coronavirus.

La catena di negozi di caffè non è la prima a chiudere negozi nel Paese: pochi giorni fa anche McDonald’s aveva annunciato una decisione simile. Polemiche in Australia per la proposta del premier Scott Morrison di spedire i 600 australiani di ritorno da Wuhan, sull’isola di Natale (Christmas Island), famigerato centro di detenzione migranti. Due settimane in quarantena a duemila chilometri dal continente, questo il piano del governo australiano secondo quanto riportato dalla Bbc, per scongiurare il pericolo di contagio. Le prove di Coppa del mondo di sci, previste in Cina a febbraio, sono state annullate per via del nuovo coronavirus. Lo riferiscono le autorità di Pechino.

Aggiornato il 29 gennaio 2020 alle ore 13:04