Sos “Polexit”, Varsavia approva legge-bavaglio contro i giudici

In Polonia il governo controlla la magistratura per legge. Non solo. I giudici che si azzardano a criticare la norma vengono puniti. Così il governo polacco “sfida” l’Unione europea. Ma contro la legge oltre 25mila cittadini di venti Paesi europei hanno partecipato a una grande “marcia del silenzio” a Varsavia. Ieri sera è stata approvata definitivamente la riforma della giustizia dal Sejm, la camera bassa del Parlamento. Di fatto, viene abolita l’autonomia del potere giudiziario.

I giudici contro il governo potranno multati o, addirittura, licenziati direttamente dal ministero della Giustizia. Bruxelles ha lanciato un monito al governo polacco, invitandolo a rinunciare alla legge e sostenendo come il testo non sia compatibile con i trattati europei. Per l’Ue, la legge “lede gravemente anche la libertà di espressione dei magistrati polacchi”. Anche la Corte di giustizia europea si è pronunciata contro la legge.

È probabile che l’Ue mediti una contromossa. L’opposizione polacca ritiene che il conflitto tra il governo guidato da Mateusz Morawiecki possa degenerare in un’inevitabile “Polexit”. Va ricordato, peraltro, che il premier è uno dei dirigenti del partito Diritto e giustizia del carismatico leader conservatore Jarosław Kaczyński.

In pratica, la Polonia rischia inizialmente la sospensione o, peggio, l’espulsione dall’Ue. Si tratterebbe di un fatto senza precedenti. Ieri la presidente della Corte suprema polacca Malgorzata Gersdorf ha annunciato che la magistratura rifiuta la legge ritenendola anticostituzionale, e non rinuncerà a lottare per la sua autonomia.

Aggiornato il 24 gennaio 2020 alle ore 14:22