Cina, sei morti a causa del virus misterioso

La Cina vive una vera e propria psicosi. Ora le vittime sarebbero sei. Si aggrava il bilancio dei morti a causa del misterioso virus, simile alla Sars, comparso dal dicembre scorso.  Dall’Australia arriva la notizia di un primo caso sospetto su un uomo appena rientrato proprio dalla Cina. Ieri sono stati gli stessi esperti della commissione della salute cinese a confermare che il virus è trasmissibile da uomo a uomo.

L’Organizzazione mondiale della sanità ha convocato per domani un Comitato di emergenza. Aumentano anche i casi delle nuove persone contagiate: sarebbero 77. Il totale così salirebbe a 291. “Se i dati confermassero un’estensione del focolaio del nuovo coronavirus non si escludono misure più importanti a livello internazionale, che potrebbero esser prese domani dall’Organizzazione mondiale della sanità: dai controlli più serrati negli aeroporti allo sconsigliare spostamenti, fino alle restrizioni dei viaggi, chiaramente non da tutta la Cina ma solo dalla città di Wuhan”.

I dati che arrivano sono frammentari, si parla di 300 casi ufficialmente confermati del nuovo virus, ma quelli reali sarebbero verosimilmente circa 1700. Un numero “tutto sommato ancora ristretto. Ma seppure basso il rischio che il virus arrivi in Europa esiste”, afferma Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità. A quanto sembra dagli elementi a disposizione, prosegue, “il nuovo virus sembra essere meno aggressivo e virulento di quello della Sars e questo potrebbe renderlo un po’ più difficile da tenere sotto sorveglianza, perché i casi meno gravi tendono di più a sfuggire dal controllo”. D’altronde, prosegue, “con la Sars furono prese misure molto drastiche, grazie alle quali si è riusciti ad arginare una minaccia globale importante: ovvero restrizioni a viaggi internazionali, che per ora non sono state disposte, controlli dei viaggi in partenza e in arrivo, che sono già stati adottati, e la messa in quarantena dei contatti”.

Intanto, le Borse asiatiche chiudono in calo con gli investitori che temono un’espansione del contagio del corona virus proveniente dalla Cina. In rosso Tokyo (-0,91 per cento), con gli investitori che fanno scattare le prese di profitto dopo che l’indice nipponico ha raggiunto i massimi in 16 mesi. In rosso i listini della Cina con Shanghai (-1,4 per cento), Shenzhen (-1,3 per cento) e in forte calo Hong Kong (-2,7 per cento). Male anche Seul (-1 per cento) e Mumbai (-0,3 per cento).

Aggiornato il 21 gennaio 2020 alle ore 12:54