Putin ed Erdogan: i gendarmi del mondo?

lunedì 13 gennaio 2020


La pressione politico-militare russa e quello che ho definito in un mio precedete articolo “l’azzardo turco”, cioè l’ingresso armato delle milizie mercenarie filo-turche a fianco di Faïez al-Sarraj, nell’alzare il livello di rischio di un conflitto più ampio, hanno indotto la Russia ad identificare, finalmente, un’interlocutore efficace nel “labirinto libico”. I due rivali, il generale Khalifa Haftar appoggiato dai russi ed il capo del governo imposto dalle Nazioni Unite, Faïez al-Sarraj, dovrebbero incontrarsi a Mosca oggi per firmare un accordo sulla “sospensione” dei combattimenti, accordo di “cessate il fuoco” entrato in vigore domenica.

Tripoli, per la prima volta da alcune settimane, domenica 12 gennaio, ha vissuto una delicata tregua come “prima linea di fuoco”, tra le forze prevalentemente mercenarie legate (Anl) del generale Haftar e quelle dell'esercito nazionale libico del governo di unità nazionale (Gan) di Sarraj.

L’accordo di “tregua” delle armi, iniziato domenica a mezza notte, è stato concordato tra il Gan e l’Anl a seguito delle forti pressioni russo-turche; sembra, al momento, che sia stato “ragionevolmente” rispettato; tuttavia alcune schermaglie si sono verificate nelle aree di Ain Zara e Salaheddine, nel cuore di Tripoli, ma hanno rappresentato lievi violazioni del cessate il fuoco. La causa di tale accettabile “osservanza” di tregua, è sicuramente dovuta alla recente internazionalizzazione dello scontro; dal punto di vista politico, l’ingresso palese della Turchia sul palcoscenico libico, con tutte le perplessità che può suscitare, ha tuttavia pesato sulla bilancia delle alleanze ed anche, come riportato dal ricercatore Emadeddin Badi, l’utilizzo di tecnologie “droniche” ha complicato il livello del “confronto”.  

Dall’aprile 2019, data dell’accentuarsi delle ostilità intraprese dal generale Haftar con lo scopo di ricompattare politicamente una Libia frammentata, è il primo segnale di diminuzione dell'escalation militare. Il fragile rispetto di questo cessate il fuoco è il frutto di un incontro avvenuto l'8 gennaio ad Istanbul tra il presidente russo Vladimir Putin ed il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan. Dal punto di vista diplomatico e strategico non possiamo negare che la Turchia e la Russia, ad oggi, sono i vincitori a livello diplomatico della “questione libica” ed anche nella enorme difficoltà di “accontentare” Haftar e le Nazioni Unite che appoggiano Sarraj, sono gli unici in grado di “intavolare” una mediazione non inutile

In particolare Mosca è il protagonista decisivo nella mediazione in corso, ciò è dimostrato dalla presenza del generale Haftar nella capitale russa, nella quale giungerà a breve Sarraj. Ha affermato Khaled Al-Mechri, presidente di Consiglio di Stato a Tripoli, che se a Mosca venisse formalizzato un accordo di cessate il fuoco, trasformando un “patto” verbale in una sottoscrizione con caratteristiche di “accordo internazionale”, il “connubio” turco-russo, acquisirebbe un “profilo” diplomatico di spessore molto più ampio dell’area medio-orientale.  Secondo fonti di informazione russo-cirenaiche, nel dossier preparato per l’accordo tra il Gan e l’Anl da sottoscrivere a Mosca, è previsto che i miliziani di lingua russa, legati alla società di sicurezza privata Wagner, lascino le prime linee del fronte a Tripoli (cosa che sembra già in atto). Va ricordato che l’intervento dei mercenari della Wagner Group, il cui numero oscillava tra 500 e 2.000, a novembre aveva cambiato il corso della Battaglia di Tripoli, infliggendo gravi sconfitte  alle forze del Gan ​​di Sarraj che poi hanno assunto un ruolo difensivo.

Va anche detto che l’”azzardo turco” fu chiesto da Sarraj proprio a causa delle forti sconfitte subite a causa dei Wagner dall’esercito tripolino e che l’intervento turco, deliberato dal parlamento di Ankara il 2 gennaio in modo quantomeno approssimativo, ha favorito un negoziato con la Russia, ma soprattutto ha emarginato le diplomazie europee dal teatro libico e relegando le “diplomazie arabe” in ruoli ancora più marginali.  

Se il ritiro dei mercenari Wagner sarà confermato, si potrebbe ipotizzare una negoziazione utile sulla gestione politica dell’area libica sotto la supervisione russo-turca, non dimenticando che il generale Haftar, oltre ad avere dalla parte sua Putin, ha anche un’importante appoggio interno dai gheddafiani, che come già scritto, non potranno non avere un ruolo fondamentale sulla gestione della futura Libia.


di Fabio Marco Fabbri