Brexit, polemiche sull’addio britannico a Erasmus

L’ipotesi sembra trovare conferme. La Brexit poterà via anche il progetto Erasmus, lo storico programma di scambio fra studenti europei. La notizia, rimbalzata sulla stampa internazionale ha scatenato accese polemiche contro il Regno Unito. La questione è stata definita una volta per tutte mercoledì pomeriggio con la netta bocciatura di un emendamento alla legge di ratifica del divorzio da Bruxelles presentato dall’opposizione liberaldemocratica in una Camera dei Comuni ormai dominata dai conservatori di Boris Johnson dopo la vittoria elettorale del mese scorso.

Il voto, per quanto atteso, ha suscitato oggi reazioni di protesta sui social media da parte di vari studenti e accademici del Regno, nello stesso giorno in cui si attende l’ok finale dei Comuni della ratifica, prima del passaggio di rito dell’iter della legge la settimana prossima alla Camera dei Lord.

La fine di Erasmus era del resto annunciata, sullo sfondo della promessa del premier Tory di mettere fine alla libertà di movimento automatica con l’uscita dall’Unione europea e di cambiare in generale le regole del gioco sull’immigrazione, con una sostanziale equiparazione fra europei e non e un sistema a punti per il filtro degli ingressi basato in futuro come in Australia sull’esclusiva valutazione delle qualità degli aspiranti.

“Ebbene sì– ha detto il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Sergio– la Camera dei Comuni del Regno Unito ha ufficialmente detto addio anche all’Erasmus, quella piattaforma che include anche il programma europeo di scambio Battelli degli studenti tanto apprezzato da generazioni di studenti. La Brexit ormai è nei fatti e non sta a me dire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ho sempre detto che la volontà popolare andava rispettata. Ciò non toglie che oggi è davvero un giorno molto triste perché, se il progetto europeo in questi anni è cresciuto, se l’Unione, soprattutto tra le giovani generazioni, si è fatta concreta, lo si deve anche a iniziative come l’Erasmus”. Per Battelli, “ogni perdita impone una riflessione e una ristrutturazione. Credo quindi che l’Ue debba necessariamente ripensare il percorso educativo per le nuove generazioni. Solo lo scambio e l’integrazione faranno il cittadino europeo di domani, non certo le chiusure e gli arroccamenti”.

Aggiornato il 10 gennaio 2020 alle ore 13:35