La Libia di Fayez al-Sarraj dice sì alla richiesta di cessare il fuoco arrivata ieri da Vladimir Putin e Recep Erdoğan. Il Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale libico (Gna) “accoglie con favore qualsiasi appello alla ripresa del processo politico e ad allontanare lo spettro della guerra, in conformità con l’accordo politico libico e il sostegno alla Conferenza di Berlino patrocinata dalle Nazioni Unite”.

È quanto si legge in una nota del Gna pubblicata dopo l’incontro di ieri ad Istanbul tra il presidente russo e quello turco nel quale i due hanno proposto tra le altre cose “un cessate il fuoco in Libia a partire dalla mezzanotte di domenica prossima”. Ieri l’appello dopo il colloquio a porte chiuse di oggi tra i due leader a Istanbul.

Una pace solida e stabile in Libia può essere raggiunta solo mediante un processo politico condotto ed effettuato dai libici e basato su un dialogo franco e inclusivo fra loro” veniva detto in una dichiarazione congiunta dei due. I due leader hanno constatato inoltre che “scommettere su una soluzione militare del conflitto porterebbe solo a ulteriori sofferenze e renderebbe più profondi i dissidi fra i libici”.

In realtà, secondo i commentatori internazionali la “richiesta” di Putin ed Erdogan suona come una sorta di patto a due per “spartirsi” la Libia. Non a caso, i due presidenti impiegano poche ore a ritrovarsi sulla Libia. L’obiettivo sarebbe quello di ricostruire quell’asse russo-turco che avevano inseguito nel Mediterraneo orientale.

Aggiornato il 09 gennaio 2020 alle ore 13:23