Elezioni, Facebook: Piano “di protezione” per Regno Unito 2019 e Usa 2020

venerdì 8 novembre 2019


Stavolta Facebook non vuole “sbagliare”. Ad un mese dalle elezioni britanniche e ad un anno da quelle americane, il social network vuole evitare di ripetere la catastrofe del 2016. Per queste ragioni, ha lanciato il suo piano per proteggere il processo democratico del voto da interferenze straniere e disinformazione, dichiarando guerra a fake news e falsi account. “Abbiamo la responsabilità – sostiene il gruppo fondato da Mark Zuckerberg – di fermare ogni abuso e interferenza sulla nostra piattaforma”.

E in un post ufficiale, in vista delle elezioni anticipate del 12 dicembre nel Regno Unito, Facebook annuncia maggiore trasparenza su quello che gli utenti vedono online, più difese per combattere le interferenze straniere, investimenti per garantire questi principi, compresa una task force di dipendenti per “assicurare l’integrità delle elezioni sulla piattaforma”.

La task force riunisce dipendenti del Regno Unito, Europa e Stati Uniti “che stanno già lavorando insieme” su temi come minacce, dati, informazioni, questioni legali. Il gruppo di lavoro includerà anche rappresentanti di WhatsApp e Instagram. “Man mano che ci avviciniamo alle elezioni queste persone saranno riunite in uno spazio fisico, quello che chiamiamo il nostro centro operativo. La task force è un ulteriore livello di sicurezza oltre al monitoraggio continuo delle minacce sulla piattaforma che opera 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Proteggere le elezioni è una delle nostre priorità”.

“Riteniamo importante – si legge nel post – che candidati e politici possano comunicare con i loro elettori, gli annunci politici online sono importanti anche per i nuovi sfidanti. Il nostro approccio è quindi quello di rendere i messaggi politici sulle nostre piattaforme il più trasparente possibile, non di rimuoverli del tutto. Non pensiamo che una società privata debba censurare i politici”.

Il social network cerca di evitare fraintendimenti. “I politici – si legge nel post – possono dire quello che vogliono. Ma non possono incitare alla violenza e non consentiremo loro di condividere contenuti precedentemente sottoposti a fact checking, come parte del nostro programma di verifica di terze parti. E ovviamente eliminiamo i contenuti che violano le leggi locali”.


di Guglielmo Eckert