Bolivia, Morales proclamato presidente ma l’Osa chiede verifiche

venerdì 25 ottobre 2019


Evo Morales è il presidente della Bolivia. Per il quarto mandato. La conferma è arrivata  dai risultati ufficiali resi noti dalla Commissione elettorale dopo lo spoglio del 99,97 per cento delle schede nelle urne. Morales si sarebbe aggiudicato la presidenza con il 47,07 per cento di preferenze contro il 36,51 per cento dello sfidante Carlos Mesa. I dieci punti di distacco tra i due fanno sì che non sia necessario procedere con il ballottaggio. Morales aveva già reclamato la vittoria nei giorni scorsi e aveva chiesto ai manifestanti che contestavano irregolarità nel processo elettorale di fornire le prove. Fino a ieri sono andate in scena nelle piazze di La Paz le proteste contro Morales.

L’Organizzazione degli Stati americani non può chiedere un ballottaggio nelle elezioni della Bolivia. Perché questo, dal punto di vista costituzionale, non è appropriato”. Sono queste le parole pronunciate dal ministro della Giustizia e da quello degli Esteri boliviani, Héctor Arce e Diego Pary, durante la riunione straordinaria di ieri a Washington del Consiglio permanente dell’Osa.

“L’Osa – ha detto Arce – è una istituzione garante dello stato di diritto e della democrazia in ciascuno dei 30 Paesi che ne fanno parte, e non può in alcun modo sollecitare, mettendo fra parentesi la Costituzione politica del nostro Stato, di indire un ballottaggio in termini non prescritti dal nostro testo costituzionale”.

La posizione dei ministri boliviani è una replica indiretta ai governi di Argentina, Brasile, Colombia e Stati Uniti. I quattro Paesi, infatti, hanno sollecitato alla Bolivia di permettere all’Osa di verificare il risultato delle elezioni presidenziali o, eventualmente, di accedere ad un ballottaggio quale meccanismo che garantisca il risultato delle votazioni presidenziali svoltesi domenica.

In un comunicato pubblicato a Bogotà, i quattro Paesi hanno sottolineato di essere “preoccupati per le anomalie presentatesi nel processo di scrutinio in Bolivia, il 20 ottobre”. Per questo hanno chiesto alle autorità elettorali della nazione sudamericana di “lavorare con la Missione di osservazione elettorale (Moe) dell’Osa per garantire uno scrutinio trasparente e credibile”.


di Guglielmo Eckert