Polonia, stravincono i sovranisti del Pis

In Polonia i sovranisti trionfano alle elezioni politiche. Il partito di destra sovranista “Diritto e giustizia” (Pis) del leader polacco Jaroslaw Kaczynski conserva la maggioranza assoluta al Sejm (la Camera). I dati per il Senato tendono a un esito analogo, anche se mancano conferme ufficiali. È quanto emerge da un resoconto dell’agenzia polacca Pap sui risultati parziali delle elezioni politiche in Polonia svoltesi ieri. Dai numeri diffusi dalla Commissione elettorale nazionale emerge che il Pis, formazione populista ed euroscettica, sta ottenendo il 46 per cento dei voti, due punti in più rispetto alla previsione degli exit-poll, con un balzo di otto sul risultato delle precedenti elezioni.

Il principale gruppo di opposizione, la “Coalizione civica”, sta raccogliendo il 25 per cento, due punti in meno rispetto alle rilevazioni di ieri sera e uno in più sul 2015. La “Sinistra” si conferma al 12 per cento (+4 rispetto alla precedente tornata) come anche, al 7 per cento, i nuovi nazionalisti di estrema destra della “Confederazione”, mentre il blocco ruralista di “Coalizione polacca” sta raccogliendo il 9 per cento.

Per il Senato viene attribuito un 46 per cento al Pis e a “Coalizione civica” (di centro-liberale filo Ue) il 32 per cento. Il ruralista e conservatore Partito popolare polacco (Pls), che alla Camera corre all’interno del gruppo “Coalizione polacca, sta superando la soglia di sbarramento col 5 per cento. Fuori dalla camera alta rimarrebbe invece “Sinistra” col 2 per cento e anche il nazionalista di estrema destra “Confederazione” (1 per cento).

Il partito di Kaczynski ha avviato da tempo un programma di tutela del Welfare, puntando sulla promessa di un nuovo “Bonus bebé” e sull’aumento del salario minimo. La Chiesa cattolica ha appoggiato largamente il Pis, partito che si è autoproclamato difensore dei valori tradizionali, della famiglia e della fede. Per il centrosinistra si era spesa la scrittrice Olga Tokarczuk. Per l’autrice insignita del Premio Nobel per la letteratura 2018, “è in gioco la democrazia nel Paese”.

Aggiornato il 14 ottobre 2019 alle ore 17:31