Siria, truppe di Assad al confine turco

L’esercito di Damasco è arrivato al confine con la Turchia. I militari di Bashar al-Assad sono entrati nelle città di Tel Tamer e di Ayn Issa, al confine tra Turchia e Siria. L’operazione militare siriana è il risultato dell’accordo tra Damasco e le forze curdi per contrastare l’invasione turca. Il generale curdo Ismet Sheikh Hasan ha detto all’agenzia di stampa russa Rt che dalla notte le truppe siriane e russe possono entrare a Kobane e Manbij per contribuire a contrastare i turchi.

L’amministrazione curda firma una nota su Facebook, in cui emergono i temi dell’intesa con la Siria. “Per evitare e affrontare questa aggressione è stato raggiunto un accordo con il governo siriano. In questo modo l’esercito siriano può essere dispiegato lungo il confine siro-turco per aiutare le Forze democratiche siriane (Fds)”. Per i curdi, l’obiettivo è quello di “liberare le città siriane occupate dai turchi, come Afrin nel Nord-Ovest”.

Intanto, un secondo giornalista curdo-siriano è morto oggi in seguito alle ferite riportate durante il bombardamento turco di ieri al convoglio di civili a sud di Ras al Ayn. Si chiamava Muhammad Efrin ed è deceduto stamani in ospedale. Nell’attacco erano morte 14 persone, tra cui il giovane reporter curdo Saad Ahmad, e un reporter straniero di cui non si conoscono ancora le generalità.

Frattanto, il Consiglio dell’Unione europea, l’organo che raduna i rappresentanti dei governi dell’Unione, ha disapprovato all’unanimità l’operazione militare che la Turchia sta portando avanti in queste ore contro i curdi siriani nel nordest della Siria, e che negli ultimi sviluppi ha portato a un accordo fra i curdi e il regime siriano di Bashar al-Assad.

In realtà, le conseguenze della nota sono meramente simboliche. Infatti, Bruxelles non interromperà i fondi che versa alla Turchia ogni anno per le politiche di allargamento dell’Unione e non vieterà la vendita di armi al governo turco.

La Comunità internazionale esprime sdegno e condanna per l’assassinio della 35enne Hevrin Khalaf, segretaria generale del Partito del futuro siriano (Future Syria Party), trucidata a sangue freddo, insieme ad altri nove civili sabato scorso, in un agguato delle milizie filo-turche nel nord-est della Siria. L’attivista curda stava viaggiando su un veicolo insieme al suo autista nel tentativo di raggiungere la città di Qamishli quando era stata fermata sull’autostrada M4 dai miliziani arabo-siriani che combattono fianco a fianco con i soldati di Recep Tayyip Erdogan e tra i quali militano anche elementi jihadisti.

Il presidente turco ha detto di avere ricevuto il disco verde del Cremlino per l’attacco alla roccaforte curda: “L’approccio mostrato dalla Russia – ha dichiarato Erdogan – non sarà un problema a Kobane per il nostro attacco”. E ha aggiunto: “Ho parlato ieri con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il giorno prima con il premier britannico Boris Johnson. Nei nostri colloqui ho capito che c’è una seria disinformazione. Starete dalla parte del vostro alleato Nato, o dalla parte dei terroristi? Ovviamente loro non possono rispondermi a questa domanda retorica”.

Aggiornato il 14 ottobre 2019 alle ore 17:58