Amazzonia, Bolsonaro dice sì “agli aiuti esteri”

mercoledì 28 agosto 2019


Per salvare l’Amazzonia, ora Jair Bolsonaro accetta il soccorso straniero. Il governo brasiliano dice sì ad una donazione di dieci milioni di sterline (circa 11 milioni di euro) del Regno Unito per finanziare la lotta contro gli incendi forestali in Amazzonia. È quanto rende noto il ministero degli Esteri del paese sudamericano. Secondo fonti del dicastero, l’offerta di assistenza sarebbe stata presentata martedì da un rappresentante del primo ministro britannico Boris Johnson al ministro brasiliano degli Esteri, Ernesto Araujo, che l’avrebbe accettata. Le stesse fonti avrebbero precisato che dovrebbe ancora essere stabilito “a livello tecnico” come procedere con la donazione, che potrebbe essere portata a termine solo se “rispondente agli orientamenti del governo brasiliano”.

Tuttavia, l’invio dell’assistenza britannica non sarebbe stato ancora confermato dalla presidenza brasiliana. Il portavoce del presidente Jair Bolsonaro, Otavio Rego Barrios, martedì sera ha detto che “qualsiasi risorsa che venga dall’estero per aiutarci nella nostra attuale lotta contro gli incendi è benvenuta”, aggiungendo però che risulta “essenziale che chi promuove donazioni capisca che la gestione di queste risorse, finanziarie o di altro tipo, è competenza del governo brasiliano”.

Intanto, il fumo generato dai vasti incendi nella foresta amazzonica brasiliana, a cui contribuiscono anche le fiamme non ancora del tutto controllate nella regione boscosa sud-orientale della Bolivia nota come Chiquitania, è giunto in Uruguay e nell’Argentina settentrionale creando disagi per la popolazione ed allarme sanitario.

In un comunicato, il ministero della Sanità uruguaiano ha rivolto un appello alla prudenza alla popolazione su tutto il territorio nazionale dato che, ha assicurato, “il fumo può causare danno in molti modi, in particolare interessando occhi, polmoni e cuore”. Da parte sua Néstor Santayana, capo dell’Istituto uruguaiano di meteorologia (Inumet) ha precisato che il fumo attualmente si trova ad “una altezza considerevole” e che tuttavia “a partire da giovedì potrebbe scendere a livello del suolo”.

Frattanto, il portale argentino Perfil segnala che “il Servizio meteorologico nazionale (Smn) ha enumerato 17 province del nord e del centro in cui nelle prossime 36 ore aumenteranno i livelli di diossido di carbonio”. Inoltre, secondo il Smn è la provincia di Tucuman la più colpita in Argentina, con una visibilità che è ridotta fino ad una distanza massima di 4,5 chilometri.


di Lia Faldini