G7, Macron e Trump chiudono un vertice “sorprendente”

lunedì 26 agosto 2019


Oggi si chiude il G7 di Biarritz. Sarà sugellato da una conferenza stampa a due di Emmanuel Macron e Donald Trump. L’incontro con i giornalisti sarà preceduto da una serie di vertici bilaterali. Ieri il presidente francese, padrone di casa, ha spiazzato tutti. Infatti, nel primo pomeriggio, è atterrato sulle piste del piccolo aeroporto della cittadina basca un Airbus A321 ufficiale della Repubblica iraniana. È sbarcato Mohammad Javad Zarif, ministro degli Esteri di Teheran.

Il tentativo di salvare la trattativa è “difficile, ma vale la pena provarci”, ha fatto sapere il capo della diplomazia iraniana, mentre l’Eliseo ha parlato di “discussioni positive che continueranno”.

La sorpresa è arrivata dopo una mattinata che proprio sul tema del nucleare iraniano aveva avuto il suo momento più difficile con l’annuncio del conferimento a Macron di una sorta di mandato a trattare con Teheran da parte dei Paesi del G7.

Fonti europee, a metà giornata, avevano precisato che sull’Iran non si era andati avanti di un centimetro: “C’è soltanto accordo sul fatto che Teheran non debba avere armi nucleari e sulla necessità di evitare un’escalation nella regione”.

Sul modo di arrivarci e in particolare sul modo per salvare l’accordo sul nucleare iraniano, nessun passo avanti. Alta tensione anche sui dazi: “Quello che ha fatto la Cina è vergognoso, mi rammarico di non aver aumentato ancora di più le tariffe”, è stata la sortita di Trump nel mezzo di un coro di voci contrarie. “La guerra dei dazi può rendere tutti meno competitivi”, ha lanciato l’allarme il premier uscente Giuseppe Conte. “Siamo per la pace commerciale”, ha fatto eco il premier britannico Boris Johnson.

Con Shinzo Abe, invece, Trump ha annunciato di aver trovato un accordo “di principio” fra Stati Uniti e Giappone. A segnare il passo anche il negoziato sull’ipotetico rientro della Russia nel G7. I sette grandi sono d’accordo nel “rafforzare il dialogo e il coordinamento” sulle crisi che li hanno portati a separarsi dalla Russia ma ritengono che sia “troppo presto” per riportare Vladimir Putin nel gruppo e resuscitare il formato G8 già l’anno prossimo per il vertice americano.


di Ugo Elfer