Governatrice di Hong Kong: “Legge sulle estradizioni in Cina è morta”

Carrie Lam ha posto la pietra tombale sulla legge per le estradizioni verso la Cina. La governatrice di Hong Kong, in conferenza stampa, ha detto che la contestata norma “è morta”. Dopo settimane di proteste di piazza, la governatrice dell’ex protettorato britannico ha escluso che il governo intenda riavviare il processo nel Consiglio legislativo: “Lo ripeto, non esiste un piano del genere – ha detto – la legge è morta”.

Secondo quanto riporta la Bbc, la Lam ha detto che “il lavoro del governo sulla legge è stato un fallimento totale”. L’emittente britannica, insieme ad altri media internazionali, ha sottolineato che la governatrice non ha, tuttavia, annunciato il ritiro definitivo della norma, come richiesto dai manifestanti.

Il disegno di legge che ha scatenato settimane di disordini era già stato sospeso a tempo indeterminato ma i fautori della protesta ne chiedono la revoca. L’intenzione di Lam, secondo la Bbc, sarebbe invece lasciare che il disegno di legge resti nel limbo fino alla fine della sessione legislativa in corso, quando morirà di default.

Intanto, nonostante le rassicurazioni fornite dalla governatrice di Hong Kong, le proteste di piazza continueranno fino al ritiro formale della legge. È quanto ha reso noto un importante gruppo dei manifestanti, il Civil Human Rights Forum. Lo riportano media internazionali. Uno dei principali attivisti, Joshua Wong, ha definito su Twitter “un’altra ridicola bugia” le parole della Lam.

Aggiornato il 09 luglio 2019 alle ore 14:46