La Cina e l’appello di Taiwan alla Spagna

Mentre i grandi leader europei ricordavano il trentesimo anniversario del massacro di Piazza Tienanmen, del 4 giugno 1989, l’isola di Taiwan lancia un appello alla Spagna.

L’appello è legato alla decisione delle autorità spagnole di accettare l’estradizione per un gruppo di ben 94 cittadini di Taiwan. Le procedure di estradizione sono state richieste dalla Cina. Le autorità di Taiwan denunciano i media statali della Cina socialista di aver effettuato una colossale campagna mediatica di disinformazione approfittando delle immagini e dei filmati dell’estradizione dei cittadini dalla Spagna come dimostrazione al Paese che l’Unione europea e la Spagna sono favorevoli, sostengono e condividono le politiche legislative e l’approccio giuridico della Cina.

L’appello delle autorità di Taiwan trasmette delusione per le scelte politiche spagnole e per la poca attenzione ai diritti umani, alla libertà di pensiero e allo stato di diritto. “Siamo delusi dalla disattenzione della Spagna che continua ad ignorare i diversi appelli che abbiamo lanciato e ad ignorare come funziona il sistema giudiziario cinese che nega visite ai detenuti, non permettere lo svolgersi di un processo equo, utilizza la tortura e non permette l’investigazione giudiziaria da parte di terzi non statali”, possiamo leggere dall’appello sostenuto anche dall’Ambasciatore di Taiwan in Italia, Andrea Sing-Ying Lee.

Taiwan richiama al rispetto e alla coerenza lo stato spagnolo poiché nel gennaio 2019, il ministro degli Esteri del Paese Josep Borrell espresse rassicurazioni sul rispetto della democrazia della Spagna denunciando lo stato di detenzione in Cina di due cittadini canadesi e chiedendo “un trattamento equo, trasparente e imparziale nello svolgersi dei processi legali”.

A tal proposito, ricordiamo che la violazione dei diritti fondamentali in Cina ha richiamato recentemente l’attenzione dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani che nel maggio 2018 ha esortato la Spagna a sospendere l’avvio e l’eseguimento delle procedure di estradizione richieste dalla Cina per preoccupazioni riguardanti il rischio di maltrattamenti, tortura e l’applicazione della pena capitale.

Sostanzialmente, il disinteresse di Madrid compromette gli sforzi dell’Unione europea con i partener dell’Asia e del Pacifico per la promozione dei valori comuni e di democrazia che la casa europea rappresenta. Mentre si chiede attenzione alla Spagna e all’Europa nel ricordo del massacro di Piazza Tienanmen, Taiwan continua a ricordare, anche per evitare che l’Europa dimentichi, la repressione delle proteste pro-democrazia in Cina nel passato e nel presente.

La presidente di Taiwan torna sugli avvenimenti del 1989, ricordando e analizzando il contrasto tra il “modello democraticamente eletto” di Taipei e “il sistema autoritario comunista” della Cina. Attraverso i social, la presidente Tsai accusa Pechino non solo di non voler affrontare “l’errore di quell’anno”, ma anche di continuare a coprire la verità dei fatti. “State assolutamente tranquilli, Taiwan aderirà certamente alla democrazia e alla libertà, a prescindere dalle minacce di infiltrazioni”, conclude la presidente.

Aggiornato il 20 giugno 2019 alle ore 11:00