Trump ottimista sui rapporti con la Corea del Nord

Donald Trump ha incontrato l’imperatore giapponese Naruhito. È il primo leader straniero a stringergli la mano. Il presidente americano e la first lady Melania hanno incontrato l’imperatore e l’imperatrice Masako al Palazzo Reale di Tokyo. Il tycoon e l’imperatore del Giappone hanno a disposizione dei traduttori ma non li stanno al momento usando. L’imperatore parla fluentemente inglese per aver studiato a Oxford, così come la moglie che ha studiato a Harvard.

Intanto, il premier giapponese Shinzō Abe ha spiegato di aver strappato il sostegno di Trump per un possibile summit con Kim. “Sento di dover incontrare faccia a faccia il presidente Kim senza collegare alcuna precondizione e avere uno scambio schietto di vedute con lui. Il presidente Trump ha detto che darà tutto il pieno supporto necessario per lo scopo”, ha aggiunto Abe. Il premier nipponico ha spiegato di ritenere che il faccia a faccia sia l’unico modo per risolvere la questione molto sentita in Giappone dei rapimenti di cittadini nipponici durante la Guerra Fredda da parte di agenti segreti del Nord. “Per il Giappone – ha concluso il premier – è una questione chiave da risolvere e necessaria per la normalizzazione dei rapporti”.

Rispetto ai rapporti con la Corea del Nord, Donald Trump è ottimista. “Personalmente – sostiene – penso che molte cose buone ci saranno, lo sento. Potrei avere ragione, potrei avere torto, ma lo sento”. A Tokyo per un bilaterale con il premier nipponico Abe, Trump ridimensiona la portata delle nuove intemperanze del Nord, con la serie di missili a corto raggio e di altri sistemi militari testati per ben due volte a inizio mese. Intanto, Abe riferisce di essere pronto a incontrare il leader nordcoreano Kim Jong-un “senza alcuna precondizione”, spiegando di avere il supporto della Casa Bianca.

Ieri, Trump ha in modo ancora più netto declassato a fenomeno “minore” i lanci di missili visti come prova dell’insofferenza del leader Kim Jong-un per lo stallo negoziale sul nucleare, definendoli “alcune piccole armi”. Una mossa apparsa anche come un ridimensionamento dei giudizi espressi il giorno prima dal Consigliere sulla sicurezza nazionale, John Bolton, per il quale i lanci erano una violazione delle risoluzioni dell’Onu. Trump ha spiegato che i test recenti “hanno disturbato alcuni dei miei collaboratori e altri, ma non me”.

 

Aggiornato il 27 maggio 2019 alle ore 14:56