Elezioni Finlandia, il quadro politico è frammentato

Il voto in Finlandia ha determinato una situazione estremamente complessa. Il sistema proporzionale ha contribuito a frammentare notevolmente il quadro politico. I socialdemocratici guidati da Antti Rinne hanno avuto la meglio sui “Veri Finlandesi” di Jussi Halla-aho, i sovranisti alleati di Matteo Salvini. Ma il vantaggio è estremamente risicato. Appena lo 0,2 per cento: 17,7 a 17,5 per cento.

L’aera di centrosinistra ha ottenuto 76 seggi. Mentre, l’area di centrodestra ne vanta adesso 92. Si può costituire una coalizione formata da socialdemocratici uniti al Partito di coalizione nazionale, Verdi e Partito popolare svedese. Oppure una formazione di governo guidata dai “Veri Finlandesi”, insieme al Partito di coalizione nazionale e dal Partito di centro dell’ex primo ministro Juha Sipilä. Il quesito riguarda proprio l’ex premier. È possibile che non accetti il confronto con i sovranisti.

In ogni caso, il Partito di coalizione nazionale ha fatto sapere di essere disposto a negoziare, in maniera indifferente, sia con la destra che con la sinistra. Quindi sia con i socialdemocratici che con i “Veri Finlandesi” di destra. Eppure, prima delle elezioni, ben cinque leader di partito avevano riferito all’Helnsinki Times che non sarebbero entrati in coalizione con i sovranisti. Ora il contesto è radicalmente mutato.

Aggiornato il 15 aprile 2019 alle ore 17:21