L’Algeria ha un nuovo presidente, le proteste continuano

“Vattene!”. L’ordine, divenuto uno slogan secco come una fucilata, è stato scandito ogni venerdì per sei settimane da una folla immensa scesa in strada in tutta l’Algeria contro l’ormai ex presidente Abdelaziz Bouteflika, che alla fine la settimana scorsa si è dimesso.

Oggi, ad Algeri, “vattene” è risuonato ancora, contro il suo successore, Abdelkader Bensalah, e le forze di sicurezza non l’hanno presa bene: hanno reagito con gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e manganelli. Bensalah, 77 anni, capo del Consiglio della Nazione e presidente del Senato, è stato nominato questa mattina dal Parlamento presidente ad interim, in base alla Costituzione, con un mandato di massimo tre mesi per portare il Paese ad elezioni presidenziali, alle quali non potrà peraltro candidarsi. La sua nomina era attesa e per questo, appena è stata annunciata, nell’arco di meno di un’ora i manifestanti sono scesi prontamente in strada, a migliaia, dando vita all’ennesima protesta. Ma anche la loro protesta era prevista. Venerdì scorso, tre giorni dopo le dimissioni di Bouteflika, rimasto al potere per un ventennio, in tutta l’Algeria c’erano state ancora delle manifestazioni per chiedere un completo rinnovamento della classe dirigente, vista come una sorta di estensione dello stesso Bouteflika, che da ormai sei anni è costretto su una sedia a rotelle ed ha anche difficoltà a parlare. In particolare, i manifestanti chiedevano la rimozione delle “tre B”, ovvero del primo ministro, Noureddine Bedoui, del presidente del Consiglio costituzionale, Tayeb Belaiz e, appunto, del presidente del Senato, Abdelkader Bensalah.

“In base al mio impegno nazionale mi viene richiesto di assumermi la pesante responsabilità di guidare una transizione che consentirà al popolo dell’Algeria di esercitare la sua sovranità”, ha affermato Bensalah accettando l’incarico. Nel pomeriggio, ha poi fatto sentire la sua voce il potente ministero della Difesa, senza però prendere una posizione chiara e senza neanche citare Bensalah. In un comunicato, si è limitato ad affermare che l’esercito farà il necessario per garantire “il legittimo diritto del popolo algerino a godere di una totale tranquillità per il presente e il futuro del Paese”.

Di fatto, si tratta di una sorta di monito, ma di peso, considerato che le dimissioni di Bouteflika sono arrivate proprio dopo che gli aveva ritirato il suo sostegno il capo di stato maggiore delle forze armate, generale Gaid Salah, che per l’appunto guida anche il ministero della Difesa.

Aggiornato il 09 aprile 2019 alle ore 18:03