Libia: Haftar marcia contro i Fratelli Musulmani, non contro Tripoli

Siamo tutti e da sempre a favore di una soluzione politica alla crisi e alle fratture interne che sono emerse in Libia dopo la caduta di Gheddafi. Tuttavia, sono passati otto anni e la tanto agognata riconciliazione nazionale non è mai avvenuta, malgrado gli sforzi diplomatici compiuti dalla Nazioni Unite. E a questo punto – con l’offensiva su Tripoli dell’esercito del Generale Khalifa Haftar in corso – bisogna chiedersi il perché.

Il perché porta il nome delle fazioni politiche e delle milizie armate espressione dei Fratelli Musulmani che tengono in ostaggio la capitale. In particolare, esponenti della Fratellanza, oltre a essere capi milizie, detengono posizioni di rilievo all’interno del governo internazionalmente riconosciuto presieduto da Fayez al-Sarraj, impedendogli di raggiungere un accordo per la condivisione del potere con Haftar. Tra questi, il potente Ministro dell’Interno, Fathi Bashagha.

Nel corso dell’ultimo anno, al-Sarraj e Haftar si sono incontrati in diverse occasioni: in Francia, in Italia e negli Emirati Arabi Uniti. E c’è stata inoltre una fitta diplomazia dietro le quinte per far sì che Sarraj e Haftar potessero raggiungere un accordo. Ma su questo accordo c’è il veto dei Fratelli Musulmani e dei loro sponsor a livello internazionale, l’alleanza islamista tra Qatar e Turchia di Erdogan.

È plausibile che Haftar non abbia voluto attendere lo svolgimento dell’ennesima conferenza organizzata dall’Onu - quella prevista a Gadames in Libia dal 14 al 16 aprile - perché come le altre non avrebbe prodotto alcun risultato. Il suo attacco sembra essere quindi un segnale di rottura con un processo che si è rivelato già del tutto fallimentare e che protraendosi continua a offrire alla Fratellanza l’opportunità di condizionare negativamente al-Sarraj e il governo.

Pertanto, la radice del problema non è Haftar, ma i Fratelli Musulmani, l’unico vero ostacolo alla stabilizzazione del paese, e la soluzione è quella di rimuoverli dallo scenario libico: la riconciliazione nazionale avverrebbe un minuto dopo. La Fratellanza è stata invece legittimata come interlocutore, anche dall’Italia, e le è stato concesso di entrare nel governo Sarraj, eletto dalle Nazioni Unite ma non dal popolo libico.

Forse si sperava che i Fratelli Musulmani potessero cooperare e accettare una soluzione politica. L’avanzata di Haftar verso Tripoli ci dice in tutta evidenza che si trattava di una vana speranza. Continuare a invocare una soluzione politica al conflitto ha senso solo le Nazioni Unite saranno in grado di ottenere un passo indietro dai Fratelli Musulmani, in modo che l’escalation di Haftar si trasformi in un’opportunità di vera riconciliazione nazionale e di risoluzione della crisi, aprendo la strada allo svolgimento delle elezioni.

Per questo, tuttavia, l’Onu deve rivolgersi agli emiri di Doha e al Sultano “zoppo” di Ankara e Istanbul. Dopo la fuoriuscita di fatto del Qatar dalla Lega Araba al vertice di Tunisi e la disfatta elettorale di Erdogan nelle due città più importanti della Turchia, la reazione degli stati canaglia che sostengono la Fratellanza anche in Libia si prevede negativa. Per non mostrare la loro debolezza, cercheranno di tenere Tripoli in pugno fino alla fine, attribuendo poi ad Haftar gli eventuali costi in termini umanitari. Quale soluzione politica dunque? E a cosa si riferiva esattamente il Primo Ministro, Giuseppe Conte, il 3 aprile da Doha parlando di consenso tra Italia e Qatar sulla stabilità del Nord Africa e della Libia in particolare? Che nonostante tutto l’Italia continuerà a puntare sui Fratelli Musulmani a Tripoli?

Una politica, questa, che continua a mancare di lungimiranza e che rischia di spingere l’Italia sempre più nella condizione d’isolamento di Turchia e Qatar, visto che, al di là delle dichiarazioni di circostanza, Stati Uniti e Francia non sembrano aver opposto obiezioni alla soluzione militare rilanciata da Haftar. Piuttosto, dovrebbe essere lo stesso al-Sarraj ad aprirgli le porte della capitale per liberare insieme Tripoli dai Fratelli Musulmani.

Aggiornato il 08 aprile 2019 alle ore 11:15