Tensione in Libia, invocato il Consiglio di sicurezza Onu

In Libia la tensione regna sovrana. Il caos in cui si trova il Paese sarà al centro di un incontro del Consiglio di sicurezza Onu, chiesto dal Regno Unito. In quel contesto, l’inviato speciale Ghassan Salamè farà il punto sulla situazione. Giovedì 11 aprile i governi di Francia, Italia, Emirati Arabi Uniti, Gran Bretagna e Stati Uniti hanno espresso la loro “preoccupazione per i combattimenti e hanno esortato tutte le parti a ridurre le tensioni”. La Russia spera che in Libia non si arrivi all’uso della forza dopo l’avanzata verso Tripoli dell’esercito del generale Haftar.

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova spera che “non si arrivi a un’escalation. Siamo consapevoli che la crisi sarà risolta con gli sforzi politico-diplomatici e negli ultimi anni ci siamo impegnati a tal fine”. Intanto, l’attacco di Haftar ha l’evidente obiettivo di rovesciare il governo in carica. A dieci giorni dalla Conferenza nazionale voluta dall’Onu per risolvere la crisi libica, il generale Khalifa Haftar lancia un’operazione per la conquista di Tripoli proprio nel giorno in cui vi era in visita, per la prima volta da due anni, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. Anche se la conquista di Tripoli, dove è insediato il premier Fayez al-Sarraj, è un obiettivo quasi impossibile, tenuto conto che le milizie dell’ovest hanno subito serrato le fila.

Intanto il premier Giuseppe Conte è tornato a invocare “un percorso politico sotto la guida delle Nazioni Unite perché le opzioni militari, tanto più se unilaterali, non offrono alcuna garanzia di realizzare soluzioni responsabili e durature”. Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, da Washington dove si trova per il vertice Nato, ha fatto sapere di essere in contatto con l’ambasciata a Tripoli e di seguire gli sviluppi con attenzione.

 

 

Aggiornato il 05 aprile 2019 alle ore 13:19