Brexit, i Comuni impediscono il “No-deal”

Il “No-deal” è scongiurato. I Tory brexiteer, capitanati dall’ex ministro degli Esteri Boris Johnson, sono stati sconfitti. Così, Theresa May incassa un primo, timido, successo. Ora la decisione passa all’Unione europea. Bruxelles ora dovrà concedere un ulteriore rinvio. Si presume lungo. Di almeno nove mesi. A quel punto il Regno Unito parteciperà, probabilmente, alle elezioni Europee del prossimo 26 maggio. La maggioranza trasversale della Camera dei Comuni ha avuto la meglio, seppure di un voto: 313 sì contro i 312 no. La legge, che esclude l’uscita di Londra dalla Ue senza accordo è stata promossa dalla deputata laburista Yvette Cooper. Ora occorrerà l’assenso dei Lord.

Le speranze del Regno Unito sono riposte nell’ipotetico compromesso fra la premier conservatrice Theresa May e il leader laburista Jeremy Corbyn. Quasi certamente, se il dialogo dovesse produrre risultati concreti, il governo potrebbe accusare ulteriori defezioni. Il confronto tra i due avversari è durato due ore. Sarebbe andato “molto bene” secondo Corbyn. Che ha voluto precisare che è stato “utile, ma non risolutivo”. In seguito, un portavoce del Labour, sostenendo la posizione ufficiale del partito, ha parlato di “discussioni esplorative costruttive su come rompere lo stallo”. Anche Downing Street si è limitata a evocare un’atmosfera “costruttiva”. L’idea è quella di chiudere l’accordo entro questo fine settimana. Torna a farsi strada nel Labour la strada di un nuovo referendum.

“Il 12 aprile è la data ultima per l’approvazione” dell’accordo, ha ricordato il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, sostenendo che altrimenti una proroga, almeno la proroga “di breve durata” limitata al 22 maggio che la May spera di riesumare al vertice Ue di mercoledì 10 per evitare il coinvolgimento britannico nelle prossime Europee, non potrà essere nemmeno presa in esame.

L’ala dura dei Tory ha rinfacciato alla May di avere tradito lo zoccolo duro del partito. La premier ha replicato rivendicando di considerare “il no deal preferibile ad un cattivo accordo, ma non a un buon accordo”. E invocando “un consenso trasversale” come il modo più sicuro a questo punto per “attuare la Brexit”.

Aggiornato il 04 aprile 2019 alle ore 12:52