Brexit, 700mila firme per la revoca

Mentre Theresa May lancia l’ennesimo ultimatum, il sito del Parlamento britannico è invaso da 700mila firme contro la Brexit. La petizione popolare invoca la revoca della notifica dell’articolo 50 sull’uscita dall’Unione europea. L’iniziativa è stata sottoscritta nel giro di 24 ore. La petizione non ha ancora i numeri per imporsi alla Camera dei Comuni, ma rilancia comunque la sfida del fronte “Remain” del Paese di fronte alle molte incognite che gravano sul tentativo della premier Theresa May di ottenere solo un breve rinvio da Bruxelles e cercare ancora una volta di far passare a Westminster l’accordo di divorzio bocciato già in due occasioni. Si tratta di una strategia che secondo chi ha promosso l’appello rischia di portare a una Brexit “No deal”, un’uscita senz’accordo. Tra i firmatari più noti figurano l’attore Hugh Grant, la scrittrice Caitlin Moran, il fisico Brian Cox.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Bruxelles ha detto che “la posizione italiana sostiene che concedere un rinvio di breve termine può essere utile, ma bisogna aspettare il voto, l’ennesimo, del Parlamento britannico. Noi siamo sempre per il ‘deal’, la possibilità del ‘No deal’ non la riteniamo auspicabile, ma non è una nostra decisione”. Il presidente francese Emmanuel Macron ha sottolineato che, “se il terzo voto sull’accordo sulla Brexit a Westminster fosse negativo andremmo verso un’uscita senza accordo. Lo sappiamo tutti. Dobbiamo essere molto chiari in questo momento, non possiamo andare a proroghe più lunghe che potrebbero avere conseguenze sul buon funzionamento dell’Ue e intaccare la nostra capacità di decidere e agire”.

Frattanto, il leader del Labour Jeremy Corbyn al suo arrivo al prevertice del Pse dopo essere stato ricevuto alla Commissione Ue ha detto che “la nostra priorità è assicurare che il ‘No deal’ non sia sul tavolo ed evitare il caos di un movimento disordinato il prossimo venerdì con lo scattare della Brexit. Con Barnier e Selmayr abbiamo discusso della nostra proposta che porteremo al Parlamento britannico la prossima settimana per garantire che non ci sia un’uscita disordinata dall’Ue”.

 

Aggiornato il 21 marzo 2019 alle ore 17:37