L’Ambasciata italiana ad Oslo e il contrasto all’inquinamento da plastiche

Le proposte della diplomazia italiana in Norvegia hanno sempre favorito tematiche tese a valorizzare gli aspetti ecologici, ambientali, di tutela della diversità naturale e delle acque dolci e salate. L’azione dell’ex ambasciatore Giorgio Novello e di Alberto Colella, attuale ambasciatore italiano nel Regno di Norvegia, confermano il percorso intrapreso. Recentemente, l’Ambasciata italiana a Oslo è divenuta la prima Ambasciata italiana al mondo “plastic-free”.

Il progetto “Plastic-Free”, promosso dall’Ambasciata, consiste nell’ottimizzazione dei consumi all’interno delle proprie strutture: la sensibilizzazione del personale e degli utenti per ridurre l’uso della plastica non indispensabile e per eliminare la plastica monouso, l’impegno a verificare periodicamente la riduzione progressiva dell’utilizzo di contenitori di plastica, il riciclo al 100 per cento, l’adozione del decalogo predisposto dal ministero dell’Ambiente per la progressiva eliminazione delle plastiche.

“In un Paese come la Norvegia che adotta politiche ambientali all’avanguardia, l’Ambasciata italiana ha deciso di fare la sua parte. Siamo partiti da poco tempo con l’attuazione dell’iniziativa e certamente occorrerà lavoro per portarla a termine, ma c’è l’impegno e l’entusiasmo di tutti noi dell’Ambasciata di Oslo”, dichiarò l’Ambasciatore Alberto Colella durante l’inaugurazione dell’avvio del progetto. Parteciparono all’inaugurazione il sindaco di Oslo, Marianne Borgen, il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano e tutti i membri della sede diplomatica. Ogni anno, circa 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare, mettendo in pericolo l’ecosistema marino, rovinando le spiagge, danneggiando la salute degli esseri umani. L’inquinamento delle acque del nostro pianeta è a uno stadio così avanzato che, entro il 2050, si stima che il 99 per cento degli uccelli marini avrà ingerito della plastica e che in mare ci sarà più plastica che pesci.

Come ribadito dall’Unesco, il fragile equilibrio della vita marina animale e vegetale è scosso dalla concentrazione sempre più elevata di plastiche di ogni tipo e la catena alimentare sta subendo danni forse irreparabili. L’Unione europea stima 100mila tonnellate che ogni anno finiscono nei mari del vecchio continente, solamente dalle aree costiere. Inoltre, c’è anche da porre attenzione sull’inquinamento da plastiche delle acque dolci che concludono il loro percorso giungendo al mare, come sottolineato dall’iniziativa Unesco del Water Museum of Venice. Un’infinita varietà di mammiferi marini, uccelli e un quarto dei pesci dei nostri oceani hanno ingerito detriti di origine umana, plastiche incluse. Scarsità delle risorse, cambiamenti ambientali e pericoli economici connessi a tali fenomeni impongono alle agende della diplomazia di proporre idee e proposte.

La Norvegia, Paese attentissimo a tali fenomeni, richiamerà l’attenzione mondiale sul pericolo dell’inquinamento dei mari con la Conferenza Internazionale sugli Oceani, che si terrà a Oslo a fine ottobre. Il ministro dell’Ambiente della Norvegia Ola Elvestuen ha invitato ufficialmente l’Italia ad essere protagonista di tali lavori internazionali. Sinergie e cooperazione internazionale, un meccanismo operativo e costruttivo che si deve anche all’immenso lavoro e azione dell’ambasciata italiana ad Oslo

Aggiornato il 14 marzo 2019 alle ore 12:54