Strasburgo, l’attentatore ucciso in un blitz

Alla fine è stato ucciso. Il 29enne Cherif Chekatt, l’attentatore di Strasburgo, è stato freddato nel corso di un blitz delle forze speciali francesi. Nel suo folle attacco aveva ucciso tre uomini e ferito dodici persone. Tra queste figura anche il 28enne giornalista italiano Antonio Megalizzi, reporter di Radio Europhonica, ferito alla testa, e tenuto in coma farmacologico. Per il giovane saranno decisive le prossime 24 ore.

Dopo l’agguato, Chekatt si era dato alla fuga. Il killer, nonostante fosse inseguito da un dispiegamento di forze impressionante, non aveva mai lasciato la città sede dell’Europarlamento. Dopo la morte del killer, l’Isis, ha rivendicato l’attacco, sostenendo che Cherif Chekatt fosse un “soldato” dello Stato islamico. Durante il blitz sarebbe stato lo stesso attentatore ad aprire il fuoco per primo contro i poliziotti.

L’uomo era riuscito a rifugiarsi in un magazzino che si trova a Plaine des Bouchers, nel quartiere di Meineau, non lontano da Neudorf, dove aveva fatto perdere le proprie tracce dopo l’attentato. La fuga di Chekatt si è conclusa a rue Lazaret. I passanti dopo la conclusione dell’operazione, hanno applaudito a lungo i poliziotti che hanno ucciso l’attentatore. La presenza di Chekatt a Meineau sarebbe stata segnalata da una passante che ha riconosciuto il killer per strada e ha chiamato la polizia. Una volta giunti sul posto gli agenti hanno individuato l’uomo.

Il ministro dell’Interno, Christophe Castaner, ha raccontato i dettagli del blitz. “Quando i poliziotti hanno provato a fermarlo – ha detto – Chekatt ha iniziato a sparare. Così le forze speciali hanno risposto al fuoco e lo hanno ucciso”. Castaner ha invitato alla prudenza rispetto all’ipotesi di una possibile affiliazione all’Isis dell’uomo. “Al momento – ha affermato – non c’è nulla che dimostri che facesse parte di una rete o che abbia avuto protezioni particolari. Tuttavia, l’inchiesta non è chiusa”.

Aggiornato il 14 dicembre 2018 alle ore 12:39