Un musulmano nominato dirigente nell’intelligence tedesca

giovedì 6 dicembre 2018


La cancelliera Angela Merkel ha designato un immigrato turco alla carica di vicedirettore dell’agenzia di intelligence interna della Germania, l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (Bundesamt für Verfassungsschutz, BfV).

Sinan Selen, 46 anni, esperto di antiterrorismo nato a Istanbul, sarà il primo musulmano a ricoprire un’alta carica dirigenziale nella comunità di intelligence tedesca. Questa nomina arriva a distanza di poche settimane dalla rimozione attuata dalla Merkel del presidente del BfV Hans-Georg Maaßen per aver difeso pubblicamente il partito anti-immigrazione Alternativa per la Germania (AfD) dagli attacchi della cancelliera e del suo partner governativo di minoranza, il Partito socialdemocratico (Spd) di centrosinistra.

Con la nomina di Selen, la Merkel sembra volere raggiungere diversi obiettivi. Innanzitutto, pare che la cancelliera stia tentando di salvare il suo governo in difficoltà rabbonendo l’Spd, che ha chiesto che l’agenzia di intelligence interna inizi a monitorare l’AfD, auspicando inoltre che più persone provenienti da un “contesto migratorio” vengano chiamate a ricoprire cariche dirigenziali nelle agenzie federali.

La nomina di Selen sembra anche essere una mossa simbolica rivolta alla comunità turca tedesca, che si lamenta da tempo del “razzismo istituzionalizzato” nell’apparato di sicurezza tedesco. Infine, la nomina di un turco potrebbe anche essere un tentativo di calmare il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il quale ha ripetutamente chiesto alla Merkel di colpire duramente gli oppositori curdi al governo di Ankara residenti in Germania.

Selen ha studiato giurisprudenza all’Università di Colonia e nel 2000 ha iniziato la sua carriera presso l’Ufficio federale di polizia criminale (Bundeskriminalamt, Bka), dove è stato messo a capo dell’unità investigativa antiterrorismo. Nel 2006, è stato nominato vicecapo dell’unità di lotta contro la criminalità transfrontaliera in seno alla polizia federale (Bundespolizei). Nel 2011, ha assunto la direzione dell’unità di lotta contro il terrorismo presso il ministero dell’Interno.

Nel maggio 2016, Die Welt ha riportato che la Merkel aveva posto Selen – a quanto pare per volere di Erdogan – alla guida di una speciale task-force antiterrorismo del ministero dell’Interno. Una concessione che faceva parte dell’accordo sull’immigrazione stipulato tra l’Unione europea e la Turchia nel marzo 2016 per fermare i flussi migratori dalla Turchia alla Grecia. In un lungo articolo che esaminava la crescente influenza di Erdogan sulla Merkel, Die Welt scriveva: “Il governo federale giunge perfino a riorganizzare la sua struttura organizzativa interna per adeguarla ai desideri turchi. I turchi hanno accettato un ‘nuovo meccanismo comune’ nella lotta al terrorismo, con Sinan Selen, di origine turca, che è stato designato come autorità responsabile nel ministero federale dell’Interno... “Selen è un esperto funzionario pubblico che ha lavorato principalmente nell’ambito della lotta contro la criminalità organizzata, ma il fatto che sia stata creata una posizione così prestigiosa ha una sola spiegazione: i turchi credono che quando si discuterà di antiterrorismo con Berlino, avranno uno di loro come interlocutore”.

Da leader della task-force, Selen è stato il principale interlocutore dei più alti responsabili della sicurezza turca e ha discusso un accordo bilaterale finalizzato a migliorare la cooperazione e la condivisione delle informazioni di intelligence. I commentatori turchi hanno ipotizzato che la nomina di Selen sia un messaggio che la Merkel ha inviato al governo per affermare la sua volontà di continuare a lavorare con Ankara in materia di sicurezza. Qualcuno nella blogosfera tedesca ha fatto congetture sul background ideologico di Selen. Ciò che sappiamo è che nel corso della sua carriera nei servizi per il governo, Selen è stato determinato nel far fronte al fondamentalismo islamico in Germania. In seno all’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (BfV), ha guidato gli sforzi volti a monitorare il movimento islamico-nazionalista turco Milli Görüs, una influente organizzazione islamista fortemente contraria all’integrazione dei musulmani nella società europea.

I cambiamenti al vertice del BfV sono la conseguenza di un video girato con un cellulare che mostrava presunti attacchi sferrati da gruppi di estrema destra ai danni di migranti per vendicare la morte di un cittadino tedesco a Chemnitz per mano di due richiedenti asilo respinti.

Le proteste sono scoppiate dopo che Daniel Hillig, un 35enne tedesco di origine cubana era stato accoltellato a morte il 26 agosto da due migranti durante un annuale festival cittadino. La polizia inizialmente si era rifiutata di rivelare le identità dei carnefici, ma il 27 agosto è trapelato sui social media un rapporto della polizia (il documento è stato rimosso dai siti web tedeschi, ma è ancora presente su un sito russo) che mostrava che gli assassini erano due migranti illegali: un iracheno e un siriano. Entrambi avevano parecchi precedenti penali e nonostante questo erano stati autorizzati dalle autorità tedesche a vagare liberamente per le strade del paese. La polizia in seguito ha confermato che il documento trapelato era autentico e ha dichiarato di aver aperto una indagine sulla sospetta “violazione del segreto d’ufficio”.

Migliaia di persone sono scese in piazza per diversi giorni per protestare contro l’omicidio e l’inerzia da parte delle autorità tedesche nei confronti della questione dell’aumento vertiginoso di crimini commessi dai migranti. Le proteste, e le contro-proteste, hanno raggruppato un ampio spettro della società tedesca, inclusi i membri della cosiddetta “scena di estrema destra”.

Verso la fine di una delle marce di protesta, qualche manifestante è diventato violento e ha iniziato a insultare alcuni passanti migranti. Quell’episodio ha poi modellato la narrazione mediatica spostando l’attenzione dai tedeschi che protestavano contro il crimine commesso dai migranti agli attacchi di estrema destra contro migranti innocenti. Pochi, se non nessuno, dei politici tradizionali tedeschi hanno condannato l’omicidio di Hillig, ma sono stati pronti a denunciare gli attacchi ai migranti.

Il 27 agosto, il portavoce del governo Steffen Seibert, in una conferenza stampa nazionale, ha biasimato la “caccia alle persone di apparenza o origine diversa” per le strade di Chemnitz. La cancelliera Merkel gli ha fatto eco dicendo: “Abbiamo registrazioni video di persone che danno la caccia ad altre persone, di assembramenti disordinati, di odio nelle strade, e tutto ciò è inammissibile nel nostro stato di diritto”.

In seguito è emerso che tutte le accuse del governo erano basate su un secondo video di 19 secondi – dal titolo “Caccia alle persone a Chemnitz” – che è stato postato su Facebook da un gruppo di militanti “antifascisti” chiamato Antifa Zeckenbiss e successivamente trasmesso dall’emittente televisiva pubblica tedesca Ard.

Il video mostra semplicemente un individuo che ne insegue un altro in quello che sembra essere un episodio isolato. Ma la narrazione mediatica era stata messa in moto.

Il presidente della Commissione Affari interni del parlamento tedesco, Burkhard Lischka (Spd), ha avvertito del pericolo di una guerra civile: “C’è un gruppetto di destra nel nostro paese che porterà le sue violente fantasie di guerra civile nelle nostre strade. Il fatto che nel Bundestag[il parlamento tedesco] un partito plauda a questi eccessi contro i cittadini stranieri come fossero legittima auto-giustizia dimostra che la maggioranza del nostro paese deve alzare ancora di più la voce in merito allo stato di diritto, alla democrazia e alla coesione nella nostra società”.

Il vicepresidente del Bundestag Thomas Oppermann ha chiesto che l’AfD venga monitorato dal BfV perché “la questione dei rifugiati divide la società e l’AfD cavalca sempre più radicalmente questa onda”.

Il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer (Csu) ha ribattuto che ritiene infondata la proposta di monitorare l’AfD. A margine di una riunione a porte chiuse della Csu a Brandeburgo, Seehofer ha difeso i manifestanti di Chemnitz dicendo: “Solo perché le persone protestano, questo non le rende naziste”. E ha aggiunto: “La questione dell’immigrazione è la madre di tutti i problemi”.

Il governatore della Sassonia Michael Kretschmer (Cdu) in seguito ha contraddettole affermazioni del governo: “In questa città, non c’è stata nessuna folla in collera, nessuna caccia collettiva e non c’è stato nessun pogrom”.

Il portavoce del procuratore generale della Sassonia, Wolfgang Klein, ha aggiunto: “Dopo aver esaminato tutto il materiale a nostra disposizione, non c’è stata nessuna caccia a Chemnitz”.

Quando gli è stato chiesto di rettificare le sue affermazioni, Seibert ha replicato: “Non avvierò una discussione semantica su una parola. Ovviamente, se lo dice l’ufficio del procuratore generale, ne prendo atto. Tuttavia, resta un video che mostra come le persone di origine straniera sono state inseguire e minacciate. Resta il fatto che ci sono state dichiarazioni minacciose, simili a una richiesta di giustizia sommaria. Pertanto, a mio avviso, non c’è nulla di cui parlare”.

Come Seibert, anche la Merkel si è rifiutata di fare marcia indietro: “Abbiamo visto delle immagini che rivelano molto chiaramente l’odio e la persecuzione di persone innocenti. Occorre prendere le distanze da questo: non c’è altro da aggiungere”.

Il 7 settembre, Maaßen ha messo in dubbio l’autenticità del video: “Non vi è alcuna prova che il video che circola su internet di questa presunta aggressione sia autentico. Secondo la mia valutazione prudente, ci sono buone ragioni per credere che il filmato miri a divulgare informazioni errate, probabilmente per distrarre l’opinione pubblica dall’omicidio di Chemnitz”.

Il rifiuto di Maaßen di sostenere la falsa narrazione del governo ha scatenato il furore della Merkel e dei suoi partner dell’Spd in seno alla coalizione. Il 18 settembre, Maaßen è stato rimosso dal BfV, ma grazie al sostegno del ministro conservatore dell’Interno, Horst Seehofer, Maaßen è stato promosso a ricoprire un incarico meglio retribuito nel ministero dell’Interno.

Tuttavia, il 5 novembre Maaßen è stato di nuovo rimosso dalle sue funzioni, dopo aver pronunciato a porte chiuse un discorso davanti ai suoi omologhi dei servizi di intelligence europei. In tale discorso, egli ha condannato le politiche “ingenue e di sinistra” del governo Merkel, aggiungendo che le “forze della sinistra radicale” dell’Spd erano determinate a silurarlo: “In Germania, sono visto come un oppositore della politica estera e di sicurezza idealistica, ingenua e di sinistra. Immagino per me una vita al di fuori della funzione pubblica, ad esempio, in politica o negli affari”.

I Socialdemocratici hanno accolto con favore la rimozione di Maaßen. “Era attesa da tempo”, ha dichiarato il segretario generale dell’Spd, Lars Klingbeil. “Ha appena dato l’ennesima prova della sua propensione per le teorie complottiste che imperversano a destra”.

Intanto, il 16 novembre, un importante blog tedesco, Tichys Einblick, ha riportatola notizia che gli autori del video erano stati individuati e interrogati: “Il 26 agosto 2018, non c’è stata alcuna caccia all’uomo, a Chemnitz. (...) La nostra inchiesta conferma la testimonianza di Hans-Georg Maaßen, che di recente è stato rimosso dalle sue funzioni di presidente del BfV perché ha negato l’autenticità del video e contraddetto la Merkel: questo presunto elemento di prova mira a divulgare informazioni errate. Maaßen ha osato contraddire la cancelliera. Il risultato: una crisi di governo”.

Secondo Tichys Einblick, il video ha fornito un quadro incompleto di ciò che è realmente accaduto. Il video è stato girato da una coppia tedesca che partecipava al funerale di Hillig, quando il corteo funebre è stato attaccato dai migranti. In altre parole, il video documentava i migranti che aggredivano i tedeschi, e non una “caccia” ai migranti da parte dei tedeschi. Il video, male interpretato dai guardiani del multiculturalismo tedesco, ha messo in moto un’ondata di isteria politicamente corretta, che ha fatto precipitare il governo in “modalità crisi permanente” e ha portato alla rimozione del capo dell’intelligence Maaßen perché si era rifiutato di attenersi alle regole.

Il successore di Maaßen, Thomas Haldenwang, ha già annunciato che sotto la sua guida il BfV si concentrerà sull’“estremismo di estrema destra”. Parlando il 16 novembre davanti alla Commissione parlamentare di controllo (Parlamentarisches Kontrollgremium, PKGr) del Bundestag tedesco, Haldenwang – che era stato il numero due del BfV, incarico ora ricoperto da Selen – ha dichiarato che sebbene il terrorismo islamista costituisca la principale minaccia alla sicurezza tedesca, il BfV seguirà “attentamente il possibile sviluppo di un terrorismo di destra”. Ha inoltre promesso di procedere a una “valutazione professionale di come affrontare il partito AfD”.

(*) Gatestone Institute

(**) La cancelliera tedesca Angela Merkel ha designato un immigrato turco alla carica di vicedirettore dell’agenzia di intelligence interna tedesca, l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (BfV). Nella foto: l’edificio che ospita il BfV a Berlino.

Traduzione a cura di Angelita La Spada


di Soeren Kern (*)