Il Marocco lancia un appello alla pace

Il Marocco continua a stupire la comunità internazionale per la forza riformista e l’immenso impegno della monarchia nel voler applicare e rispettare la giurisprudenza internazionale. Il Regno del Marocco compie nuovi passi per il rafforzamento dello stato di diritto e il rispetto delle convenzioni internazionali sui diritti umani. Dopo la conferma da parte delle Nazioni Unite alle proposte marocchine presentate al Segretario generale nell’aprile 2007 e la condivisione degli sforzi seri e credibili, compiuti dal Marocco, per procedere verso una soluzione definitiva del conflitto del Sahara, cresce il processo di pace nel Paese. La comunità internazionale guarda con crescente soddisfazione la ripresa dei negoziati sul Sahara Occidentale, sottolineando che il “realismo” e lo spirito di “compromesso” sono “essenziali” per ottenere progressi nei negoziati e la recente dichiarazione del Re del Marocco di voler avviare un percorso di dialogo con il vicino algerino lascia ben sperare ad una normalizzazione dei rapporti.

L’idea del Re Mohammed VI di voler istituire una speciale commissione giuridica e politica finalizzata alla normalizzazione dei rapporti con l’Algeria, con meccanismi da concordare con la stessa Algeria, rappresenta un ulteriore passo della monarchia del Marocco nel voler continuare a perseguire la tutela del dialogo internazionale, attraverso gli strumenti della diplomazia e del diritto internazionale e rendendo trasparenti le procedure di accordo e di negoziato. Le parole del Re sono importanti anche per il richiamo alla pace tra le popolazioni dei due stati: “Insieme, abbiamo combattuto il dominio coloniale fino ad ottenere l’indipendenza. I nostri popoli si conoscono e molti dei nostri cittadini sono uniti da vincoli familiari e matrimoniali”.

Nello stesso discorso il Re ribadisce l’attaccamento del Marocco nel difendere la sua integrità territoriale con la stessa chiarezza e senso dell’impegno, sia in ambito Onu che in ambito di politica interna. “Questa chiarezza di cui ci prevaliamo è illustrata con i principi ed i referenziali immutabili che costituiscono la base della posizione marocchina, ciò che abbiamo definito nel discorso che abbiamo pronunciato in occasione del quarantaduesimo anniversario del Marcia Verde. Sono questi stessi fondamentali che hanno costantemente guidato la nostra azione fino ad oggi”.

Quella del Sahara Occidentale del Marocco è una problematica poco dibattuta a livello internazionale, ma molto conosciuta nel Nord Africa, a causa dei conflitti che sono in corso e del gioco diplomatico che coinvolge più Stati regionali. Il Sahara Occidentale fu una colonia spagnola per quasi un secolo. Un esteso territorio sulla costa atlantica con circa mezzo milione di abitanti, conteso a causa della sua ricchezza di fosfati e minerali. Fu annesso dal Marocco nel 1975 e, un anno dopo, il Fronte Polisario, sostenuto dall’Algeria, proclamò la nascita della Repubblica araba dei Sahrawi, reclamando l’istituzione di un referendum di autodeterminazione che non rispecchiava le convenzioni internazionali e quindi non riconosciuto dalle Nazioni Unite.

Le due parti, Marocco e Polisario, non hanno mai trovato un accordo sui termini del referendum e su chi avesse diritto al voto. Il re del Marocco ha investito molto nell’area desertica. Numerosi sono i progetti per lo sviluppo e l’implementazione dell’economia locale, nel tentativo di far crescere le zone martoriate dal lungo conflitto. In queste aree, la priorità umanitaria resta la questione migrazioni e migranti. Ci sono, infatti, 1500 migranti che vivono nel distretto cittadino di Laâyoune, la città più grande del Sahara Occidentale, i quali lavorano negli ingranaggi del settore primario dell’agricoltura e della pesca, con ottimi rapporti commerciali con le Isole Canarie, distanti solamente 80 chilometri dalla città. Il nuovo appello al dialogo e alla cooperazione lanciato dal Re del Marocco potrebbe generare interessanti opportunità per tutto il Nord Africa. Un ulteriore passo verso la pace del Nord Africa dovuto all’azione politica del Regno del Marocco.

Aggiornato il 16 novembre 2018 alle ore 11:13