Missili su Israele dopo i soldi del Qatar ad Hamas

La scorsa settimana, mentre si tentava di raggiungere una nuova tregua fra Hamas e Israele, il sottoscritto aveva posto una domanda legittima e molto semplice: ci si può fidare di Hamas?

La conclusione al riguardo è che una reale tregua fra Israele e Hamas può essere raggiunta solo dopo che i terroristi jihadisti palestinesi saranno rimossi dal potere e non ricompensati per la violenza e le minacce.

Giorni dopo, lo stesso Hamas ha fornito delle prove sul perché non ci si può fidare di alcun accordo, compresa una tregua.

Dall’altro ieri, Hamas e i suoi alleati nella Striscia di Gaza hanno lanciato centinaia di razzi contro Israele. L’attuale fuoco di sbarramento è iniziato ore dopo che i terroristi di Hamas avevano attaccato un commando israeliano uccidendo un ufficiale israeliano e ferendo un soldato. In risposta, l’esercito israeliano ha ucciso sette terroristi, tra cui un alto comandante dell’ala militare di Hamas, Sheikh Nur Baraka.

Il commando israeliano non si trovava all’interno della Striscia di Gaza per uccidere o rapire qualcuno. Era lì presente per una operazione segreta di routine finalizzata a sventare attacchi terroristici da parte di Hamas e di altri gruppi terroristici palestinesi. I membri del commando, tuttavia, sono stati attaccati dai terroristi di Hamas che cercavano di uccidere o rapire qualcuno di loro. I soldati dell’unità d’élite israeliana sono riusciti a tornare in Israele grazie ai raid aerei condotti per proteggere la loro esfiltrazione.

Ma una cosa è certa: è stato Hamas e non Israele a ingaggiare lo scontro armato con la forza israeliana. È stato Hamas ad attaccare i soldati israeliani, a uccidere l’ufficiale per poi precipitarsi ad accusare Israele di aver lanciato una “nuova aggressione” contro la Striscia di Gaza. Quando i soldati israeliani hanno cercato di difendersi e hanno ucciso sette terroristi rispondendo al fuoco, Hamas ha accusato Israele di aver commesso un “crimine abietto” contro i palestinesi.

Si noti che l’attacco di Hamas contro i membri del commando israeliano è stato sferrato poche ore dopo che un inviato del Qatar aveva lasciato la Striscia di Gaza. Il funzionario qatariota, Mohammed El-Amadi, era arrivato a Gaza la scorsa settimana portando con sé valigie piene di dollari in contanti (15 milioni). Il denaro è stato consegnato ai leader di Hamas per pagare gli stipendi a migliaia di loro dipendenti della Striscia di Gaza. L’aiuto finanziario da parte del Qatar è stato offerto a Gaza con l’approvazione di Israele. L’inviato El-Amadi è perfino entrato nella Striscia di Gaza attraverso il valico di frontiera israeliano di Erez.

Ma perché Israele ha agevolato il trasferimento di contante quatariota a Gaza? Israele ha cercato – e cerca tuttora – di evitare una guerra totale con Hamas.

Israele non ha paura di Hamas. Israele semplicemente non vuole che i civili palestinesi che vivono sotto il governo di Hamas nella Striscia di Gaza paghino un altro pesante tributo per le azioni folli dei loro leader. Israele, infatti, ha più volte espresso il desiderio di alleviare le sofferenze dei palestinesi di Gaza.

Negli ultimi anni, Israele ha attivamente lavorato per sostenere gli sforzi di ricostruzione nella Striscia di Gaza. Le misure israeliane prevedono il potenziamento dell’operatività dei valichi di frontiera tra Israele e Gaza per consentire a più di 800 camion carichi di materiale da costruzione e di altre merci di entrare quotidianamente a Gaza, agevolando così il trasporto di più di 3,4 tonnellate di materiali a Gaza, dalla guerra scoppiata nel 2014 tra Israele e Hamas.

All’inizio di quest’anno, Israele ha presentato all’Unione europea, agli Stati Uniti, alle Nazioni Unite e alla Banca Mondiale vari progetti approvati dal governo israeliano per lo sviluppo delle infrastrutture nella Striscia di Gaza, per promuovere le soluzioni energetiche e creare opportunità di lavoro per il palestinesi lì residenti.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha difeso l’accordo della scorsa settimana con il Qatar, asserendo che mira a prevenire una “crisi umanitaria” nella Striscia. Netanyahu ha detto che avrebbe fatto “tutto il possibile” per tenere al sicuro gli israeliani che vivono nelle comunità adiacenti al confine con Gaza, pur lavorando all’obiettivo di prevenire una crisi umanitaria.

Hamas ha preso i 15 milioni di dollari in contanti offerti dal Qatar, ha pagato i suoi dipendenti, e alcuni giorni dopo ha ripreso i suoi attacchi terroristici contro Israele.

Questo è il modo di Hamas di dire grazie ai qatarioti e agli israeliani che hanno lavorato duramente per raggiungere una tregua nella Striscia di Gaza e per evitare un’altra guerra, che potrebbe causare più sofferenze ai due milioni di palestinesi che vivono lì.

Hamas ha chiaramente interpretato il gesto di buona volontà di Israele e del Qatar come un segno di debolezza. I leader di Hamas hanno perfino dichiarato che i 15 milioni di dollari sono il “frutto” dei violenti tumulti settimanali organizzati lungo il confine di Israele da marzo. Parole queste che sono state pronunciate dal portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum, poco dopo che l’inviato quatariota ha consegnato gli aiuti finanziari alla Striscia di Gaza. Barhoum si è vantato del fatto che i palestinesi stiano finalmente raccogliendo i frutti delle loro violente proteste al confine tra Gaza e Israele.

La posizione di Hamas ricorda la sua reazione al ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza nel 2005. Allora, Hamas e altri palestinesi interpretarono altresì il “disimpegno” israeliano dalla Striscia – volto a dare a Gaza l’opportunità di diventare una Singapore nel Mediterraneo – come un segnale della debolezza di Israele e del suo ritiro.

Alcuni mesi dopo, Hamas vinse perfino le elezioni legislative palestinesi – in gran parte perché aveva affermato di aver costretto Israele a ritirarsi dalla Striscia di Gaza compiendo attentati suicidi e lanciando attacchi missilistici. Allora, Hamas disse ai palestinesi: votate per noi perché abbiamo cacciato gli ebrei dalla Striscia di Gaza con la lotta armata.

I rinnovati attacchi lanciati da Hamas contro Israele servono a ricordare che il gruppo terroristico non è interessato a una vera tregua. Hamas vuole i milioni di dollari pagati ai suoi dipendenti per poter continuare a preparare una guerra con Israele senza doversi preoccupare del benessere della propria popolazione.

I 15 milioni di dollari in contanti messi a disposizione dal Qatar non sono riusciti a impedire a Hamas di lanciare centinaia di razzi contro Israele. Al contrario, il denaro non ha fatto che incoraggiare Hamas e accrescere il suo desiderio di continuare il jihad per eliminare Israele. Tutto il denaro del mondo non convincerà Hamas ad abbandonare la sua ideologia o ad ammorbidire la sua posizione nei confronti di Israele.

Se Hamas è in effetti interessato a una tregua, non è perché vuole la pace con Israele. Piuttosto, è perché Hamas ha bisogno di “un attimo di tregua” che gli consentirà di continuare a sviluppare e ad ammassare armi e a prepararsi ad ulteriori attacchi contro Israele. Chiunque pensi che Hamas modera i propri obiettivi si illude.

Hamas ha una lunga tradizione di violazioni del cessate il fuoco con Israele.

Anche se gli egiziani, i qatarioti e le Nazioni Unite riusciranno a porre fine agli ultimi attacchi contro Israele, Hamas non abbandonerà mai il suo piano di distruggere Israele e uccidere quanti più ebrei sia possibile. Hamas continuerà a violare i cessate il fuoco. Se il Qatar adempie alla sua promessa di inviare alla Striscia di Gaza più valigie piene di milioni di dollari, Hamas continuerà come se niente fosse a svolgere le sue attività criminali.

Ciò che i mediatori internazionali devono capire è che esiste un’unica soluzione alla crisi nella Striscia di Gaza: rimuovere Hamas dal potere e distruggere le sue capacità militari. Hanno inoltre bisogno di capire che l’unico linguaggio che Hamas comprende è quello della forza. Fino a quando i mediatori non interiorizzeranno questa realtà, Hamas continuerà a prendere in giro tutti, anche la propria popolazione e coloro che cercano di impedire un disastro umanitario lì. L’ipotesi che se si danno ai terroristi milioni di dollari, essi smetteranno di attaccare – anziché usare i fondi per costruire le loro forze – si è dimostrata falsa.

(*) Gatestone Institute

Traduzione a cura di Angelita La Spada

Aggiornato il 14 novembre 2018 alle ore 10:55