La delfina della Merkel in campo per non dividere la Cdu

A Berlino si pesa ogni parola, ogni espressione, per misurare, come scrive lo Spiegel, quanta Angela Merkel ci sia in Annegret Kramp-Karrenbauer.

La segretaria generale della Cdu ha presentato ieri alla stampa la sua candidatura alla presidenza del partito, dichiarando che nella chance “democratica” offerta dalla partita a più teste che si svolgerà ad Amburgo, bisogna fare in modo di “non dividere il partito”. E questo è già un argomento per invitare i delegati a votare per lei, ex ministra presidente del Saarland - terra di confine - ritenuta la più adatta, fra i profili eminenti che si presentano alla sfida, a dialogare fra le diverse correnti dei cristiano-democratici, per mantenerli saldamente al centro, dove li vuole la Merkel.

Cinquantasei anni, tre figli, una vita spesa per la politica e per la sua “meravigliosa Cdu”, di cui avverte ora la “frustrazione” e con cui vuole “superare il clima plumbeo”, AKK, sigla con cui ci si semplifica la vita aggirandone il lungo nome, non ha preso le distanze dalla cancelliera, che come noto tifa per lei: e ha fatto bene, analizzano alcuni, o non sarebbe stata credibile. Tuttavia è riuscita a delineare il senso del passaggio, sottolineando anche una possibile discontinuità rispetto al passato: “Angela Merkel ha rinunciato alla presidenza e così l’era della sua guida volge alla fine. Ha fatto spazio per aprire un nuovo capitolo”. Le pagine si scriveranno a partire dalla sfida di Amburgo: “ma io non farò campagna elettorale contro gli altri - ha affermato - Farò un’offerta al partito, che poi si pronuncerà”.

L’Annegret nazionale, che un tempo si travestì da domestica per il Carnevale, ma che nessuno fa l’errore di sottovalutare - nella Cdu ha lavorato bene e ha molto sostegno - ha addirittura affermato di voler coinvolgere i suoi principali avversari: vorrebbe che Jens Spahn restasse ministro e rimanesse nel presidio e che il partito potesse avvalersi della grande esperienza finanziaria di Friedrich Merz, nel caso in cui fosse lei a vincere. Un atteggiamento che conferma l’attitudine a costruire ponti. Perché la Cdu, come la intende lei, “non è un partito che vuole l’aut aut”: è invece una realtà politica che deve mantenere uno spettro ampio, per raggiungere la gente e “vincere” le elezioni, come ci si aspetta da noi”.

Kramp-Karrenbauer ha anche chiarito che rinuncerà comunque al ruolo attuale di segretaria generale, che vinca oppure no. Sicurezza interna, digitalizzazione, “economia, ma anche protezione dell’ambiente, tema profondamente cristiano democratico che non va lasciato agli altri”, sono le questioni toccate durante la conferenza stampa. Sul fronte europeo ha posto l’accento sulla necessità di mantenere Schengen, di rafforzare l’eurozona - “dobbiamo dare una risposta a Emmanuel Macron”, ha detto facendo eco a Merz - e sulla costruzione di una difesa comune e di una identità culturale europea, compito quest’ultimo da affidare alla formazione. La partita è aperta, e AKK sembra poterla affrontare, per tutti con buone chance di affermazione, e con la disinvoltura della padrona di casa.

Aggiornato il 08 novembre 2018 alle ore 13:52