Rebus rimpasto e proteste di piazza, i guai di Macron

mercoledì 10 ottobre 2018


Rimpasto rebus per la Francia. Contrariamente alle attese, l’annuncio della nuova compagine di governo in seguito alle dimissioni shock del ministro dell’Interno Gerard Collomb ormai una settimana fa tarda a concretizzarsi.

Tutti, inclusi il governo e la maggioranza, lo attendevano ieri. E invece niente, a Parigi tutto tace. In serata Emmanuel Macron si è mostrato rilassato e sorridente, scegliendo addirittura di rientrare a piedi all’Eliseo. Immagine inconsueta, come a ribadire che il ‘Maitre des Horloges’, il ‘Padrone del tempo’, come amano definirlo i suoi fedelissimi, è sempre lui. Per tutto il giorno, mentre i sindacati scendevano in piazza per contestare le riforme del presidente in picchiata nei sondaggi, il Paese è rimasto sospeso all’annuncio di un rimpasto che a questo punto potrebbe slittare a domani, se non addirittura più in là. Intervenendo ieri pomeriggio all’Assemblea Nazionale, il premier Edouard Philippe, aveva messo le mani avanti, dicendo che nel governo “non c’è alcuna impazienza”. Ma il procrastinare di Macron infiamma le opposizioni in parlamento, che denunciano il perdurare di una sedia vuota agli Interni, incarico altamente sensibile in un Paese ancora esposto alla minaccia terroristica. In tv le ipotesi sollevate da politologi ed esperti sono le più svariate, dalle difficoltà di individuare una personalità all’altezza di quel ruolo - al momento l’incarico è stato affidato ad interim al premier Eduard Philippe, che ieri mattina ha lasciato in anticipo il G6 Interni a Lione con Matteo Salvini proprio per occuparsi del rimpasto - al necessario tempo di verifica per accertarsi che i candidati non abbiano problemi con la giustizia o con il fisco, fino all’ormai nota (e più personale) avversione del presidente ‘Padrone del tempo’ di farsi imporre dall’esterno i tempi di azione.

Intanto, l’Eliseo annuncia che il rimpasto “si farà senza le dimissioni del primo ministro e del governo”. Forse un modo per minimizzare quella che l’opposizione bolla come una “crisi politica”, definizione seccamente respinta dal palazzo presidenziale. L’idea iniziale era di avere la nuova squadra in sella entro il consiglio dei ministri di domani. Se questo è l’obiettivo, c’è tempo al massimo fino a oggi in giornata. Secondo France Info, il successore di Collomb agli Interni potrebbe essere un esperto della società civile, come il procuratore di Parigi Francois Molins, la direttrice della polizia giudiziaria Mireille Ballestrazzi o il sindaco di Prades Jean Castex, un alto funzionario vicino all’ex presidente Nicolas Sarkozy. Ma ieri è stata anche la giornata delle piazze. Un centinaio di manifestazioni sindacali si sono tenute in diverse città di Francia - tra cui Parigi, Nizza, Marsiglia, Tours, Rennes o Bayonne - per protestare contro le riforme condotte a tambur battente da Macron e per invocare la “difesa del modello sociale francese”. Secondo un conteggio indipendente realizzato dai consulenti di BFM-TV e France Info, sono stati 21.500 i manifestanti nella capitale. Partito intorno alle 15 da Place Montparnasse, il corteo, macchiato da alcune tensioni tra polizia e black bloc (due feriti lievi, un agente e un manifestante), è arrivato pacificamente in Place d’Italie circa due ore dopo. Secondo dati diffusi in serata dal ministero dell’Interno, 160.000 persone hanno aderito alla mobilitazione in tutto il Paese.


di Redazione