Merde, alors!

Senti chi parla! Nell’ultima riunione a Bruxelles dei ministri dell’Interno europei il rappresentante lussemburghese si è profondamente risentito, interrompendo sgarbatamente il suo collega italiano, solo per il fatto che l’Italia ha politicamente dismesso il suo poco invidiabile ruolo di shuttle tra le sponde dell’Africa mediterranea e quella dell’Europa continentale, mettendo così fine alla politica incondizionata dell’accoglienza che, a quanto pare, sta così a cuore di alcuni nostri partner europei, come appunto il Lussemburgo. A parte la difficoltà di reperire sulla carta geografica il noto staterello, paradiso fiscale di grandi e piccoli evasori nostrani e non solo, ci verrebbe da dire che se i migranti in fuga a milioni dall’Africa sono così essenziali al rinsanguamento dei poco prolifici europei, e costituiscono una risorsa preziosa per la crescita economica comune, allora delle due l’una: il Lussemburgo deve accoglierli tutti o smentire i suoi sacri principi. L’Italia, posso assicurare, sarebbe ben felice di dare documenti provvisori e un visto temporaneo ai disgraziati che arrivano con i barconi, affinché vadano dove vogliono, una volta entrati nel territorio dell’Unione attraverso i nostri confini.

Tanto, come si è visto con il ridicolo caso della nave Diciotti, i migranti salvati hanno talmente gradito la nostra ospitalità che si sono eclissati e dati alla macchia alla prima occasione buona. Quindi, mi pare di poter dire che da tempo queste migrazioni incontrollate “sequestrano” la nostra buona fede e abusano della nostra pazienza. Guarda caso, si sta creando una temibile tenaglia pronta a stritolare le élite che ci vogliono prigionieri dell’alta finanza e del politicamente corretto, i cui due bracci sono rappresentati dal crescente “populismo” di destra e di.. sinistra! Già, perché quest’ultima, soprattutto nelle sue ali radicali, senza popolo non sa (giustamente!) proprio stare.

Così, mentre Matteo Salvini aspetta a braccia aperte l’Afd tedesca e la rifondazione repubblicana della Le Pen francese, dall’altro lato si apre con l’Aufstehen (“In piedi!”) tedesca, a sinistra di Die Linke (“La Sinistra”), un discorso politico che ha alla sua base la chiusura all’immigrazione, come si evince dalle dichiarazioni rese dalla sua leader, Sahra Wagenknechte e riportate da Le Nouvel Observateur (Obs) del 13 settembre: “Bisogna finirla con la buona coscienza della sinistra sulla cultura dell’accoglienza [...] Più immigrati economici significa maggiore concorrenza per far decollare i lavori a più bassa retribuzione”.

Ragionamento alla portata di un bambino, in fondo, come commenta l’Obs: “L’ondata immigratoria crea una concorrenza sleale all’interno delle classi lavoratrici incidendo al ribasso sui salari”. Inoltre, viene spontaneo integrare il discorso con l’osservazione che moltissimi immigrati irregolari non rispedibili nei loro Paesi di origine, a meno di non voler fare facile demagogia, vivono di commerci ambulanti non autorizzati e precari e/o di attività decisamente più illegali, come lo spaccio di droga e la prostituzione. Mestieri che, come è noto, non rendono né un soldo di Irpef, né di Iva allo Stato italiano, mentre pesano interamente sul welfare nazionale, perché tutti costoro utilizzano i servizi pubblici del nostro Paese.

Quindi, con buona pace di Tito Boeri, presidente dell’Inps, tutti costoro (qualche centinaio di migliaia) costituiscono un onere netto essendo qualificabili come... “risorse negative”! Sempre da Obs: “Le cose potrebbero andare molto peggio di ora all’approssimarsi delle elezioni europee, qualora l’Europa e le grandi democrazie persistessero a negare l’inquietudine dei popoli. Bisogna prendere correttamente le misure del problema, ascoltare i ceti popolari e garantire loro delle risposte. E presto!”. Il duo Merkel-Macron è avvisato!

Aggiornato il 17 settembre 2018 alle ore 13:53