Helsinki, vertice della concordia tra Trump e Putin

Per Donald Trump e Vladimir Putin il “Russiagate” non è mai esistito. Il summit dei due leader ad Helsinki è all’insegna della concordia. “Non ci sono state interferenze russe nella campagna per le presidenziali americane del 2016”. Parola del capo del Cremlino. “Si tratta di una farsa”, gli fa eco l’inquilino della Casa Bianca. L’incontro fra Trump e Putin è durato a lungo, ben quattro ore. Secondo i due presidenti, “la Guerra Fredda è finita. Ora il mondo ha bisogno di Stati Uniti e Russia per combattere la proliferazione nucleare e garantire la stabilità”. Il presidente americano assicura che i due si vedranno a breve, ancora una volta. “Torneremo a parlarci − ha detto Trump − e anzi avremmo dovuto farlo prima. Siamo stati tutti degli stupidi”.

A proposito del “Russiagate”, la vera questione che tiene in apprensione l’opinione pubblica mondiale, Trump ha ribadito la teoria della “caccia alle streghe”. Di più. Ha chiesto dove sia finito il “server” incriminato, “perché non si trova?”, e come mai sono “scomparse” oltre 30mila mail di Hillary Clinton. “In Russia non sarebbero svanite tanto facilmente. Io − ha detto − ho battuto la Clinton in modo leale. Non ci sono stati intrighi: il presidente Putin dice che non è stata la Russia e non vedo nessuna ragione perché avrebbe dovuto farlo”. Ma dagli Stati Uniti arriva una pioggia di critiche contro il presidente. Persino in casa repubblicana. Per lo speaker della Camera Paul Ryan, “non c’è dubbio che la Russia abbia interferito nelle nostre elezioni. Il presidente deve riconoscere che Putin non è un nostro alleato. Deve essere posto davanti alle sue responsabilità e mettere fine ai suoi vili attacchi alla democrazia”. Per John McCain, addirittura, il vertice è stato “un tragico errore”. Ma la vera sorpresa è arrivata da Putin.

Il presidente russo, nel corso della conferenza stampa, ha dichiarato che permetterà al procuratore speciale Robert Mueller che indaga sul “Russiagate” d’interrogare, anche di persona, i dodici agenti russi accusati di aver materialmente hackerato il quartier generale dei Democratici, in base al trattato sulla cooperazione delle indagini criminali firmato fra Stati Uniti e Russia nel 1999. Ma Trump ha definito la proposta “pazzesca”. Putin ha chiosato dicendo che Bill Browder, il finanziere ricercato in Russia per crimini fiscali, “ha donato 400 milioni alla campagna di Hillary Clinton. Forse, sono stati regalati in modo legale. Ma la loro provenienza non lo è”. Come al solito, Trump, dopo il vertice ha scritto un tweet: “Come ho detto oggi e molte volte prima, ho grande fiducia nelle mie persone dell’intelligence. Riconosco tuttavia che per costruire un futuro più luminoso non ci si può focalizzare esclusivamente sul passato. Come le due maggiori potenze nucleari al mondo, dobbiamo andare d’accordo! #Helsinki2018”.

Aggiornato il 17 luglio 2018 alle ore 13:33