Brasile, Lula resta in carcere: proteste nel Paese

Luiz Inácio Lula da Silva non si muove dalla prigione. È quanto ha deciso il presidente del Tribunale federale regionale di Porto Alegre, Carlos Thompson Flores. Ha così dato ragione al giudice federale Joao Pedro Gebran Neto, che ha bloccato l’ordinanza di scarcerazione dell’ex presidente brasiliano emessa da Rogerio Favreto, magistrato di turno nella stessa corte. In Brasile, sul caso Lula si gioca una partita sempre più complessa. Rogerio Favreto, il giudice di Porto Alegre che ha ordinato poche ore fa di liberare l’ex presidente, in una prima ordinanza aveva dato un’ora alla polizia di Curitiba per scarcerare Lula. Favreto ha dichiarato che la decisione del magistrato Joao Pedro Gebran Neto lasciare l’ex presidente in carcere non è valida.

Lula si trova dietro le sbarre da aprile a Curitiba, per scontare una pena di dodici anni per corruzione e riciclaggio. Nella sua nuova ordinanza, Favreto avverte che, se Lula  non sarà scarcerato entro le 17.04 di oggi, le 22.05 in Italia, le autorità locali si troverebbero in situazione di oltraggio alla giustizia. Favreto è convinto che la sua decisione “non è subordinata in alcun modo” all’autorità di Joao Pedro Gebran Neto, il magistrato che ha bloccato la sua precedente ordinanza di scarcerazione.

Frattanto, la tensione in Brasile cresce sempre più, a causa del braccio di ferro giudiziario sulla possibile scarcerazione di Lula. I simpatizzanti dell’ex presidente hanno indetto una serie di manifestazioni di protesta. Il senatore Lindbergh Farias, dirigente del Partito dei lavoratori, su Twitter ha scritto che “il tempo è scaduto e la polizia non ubbidisce. La disposizione della giustizia è fuori legge!”. Frattanto, si registrano anche centinaia di manifestanti in favore del giudice Favreto. A Curitiba, nel frattempo, le autorità hanno dispiegato unità antisommossa, appoggiate da blindati e un elicottero, intorno alla sede della polizia dove è rinchiuso Lula.

Aggiornato il 09 luglio 2018 alle ore 19:19