Usa: strage in un locale a Nashville, killer in fuga armato

Un’altra sparatoria di massa riaccende le polemiche sul controllo e la proliferazione delle armi in America, questa volta forse non senza qualche responsabilità della polizia.

L’ultima strage è avvenuta in Tennessee, a Nashville, la capitale della musica country. Un uomo armato e mezzo nudo è arrivato sabato notte con la sua auto in un parcheggio, ha atteso qualche minuto e poi ha scatenato l’inferno. Si è diretto verso un ristorante della catena Waffle House e ha aperto il fuoco uccidendo due persone all’esterno. Poi è entrato e ha sparato di nuovo, ammazzando un avventore e ferendone un altro, deceduto successivamente all’ospedale. Altre due persone sono rimaste ferite. Ad evitare il peggio è stato il coraggioso intervento di un cliente afroamericano, James Shaw, 29 anni, che si era nascosto vicino alla toilette e ha approfittato di una interruzione della sparatoria per avventarsi sull’assalitore togliendogli l’arma e costringendolo a scappare. La giacca abbandonata nella fuga era piena di munizioni, segno che voleva fare una carneficina. In poco tempo Shaw, rimasto ferito ad un braccio, è diventato un eroe delle tv americane, anche se lui si è schermito: “è stata una cosa egoistica, era solo un tentativo di mettermi in salvo. Ho visto l’opportunità e l’ho presa al volo”.

L’arma sottratta all’aggressore era un fucile d’assalto Ak-15, quello utilizzato spesso nelle sparatorie di massa negli Stati Uniti, come lo scorso ottobre a Las Vegas (58 vittime) e nella scuola di Parkland, in Florida, lo scorso 14 febbraio, dove l’ex studente Nikolas Cruz ha ucciso 17 persone fra studenti e membri dello staff. La polizia ha identificato il presunto autore dell’assalto dall’auto parcheggiata nelle vicinanze, risultata intestata a Travis Reinking, 29 anni, di Morton (Illinois) ma residente in zona.

È cominciata così una gigantesca caccia all’uomo, ritenuto molto pericoloso e armato di due pistole, come ipotizzato dopo aver scavato nel suo passato. È emerso infatti che Reinking era stato arrestato nel luglio scorso dal Secret service per essere entrato in un’area off limits vicino alla Casa Bianca, come ha reso noto Don Aaron, portavoce della polizia locale. Il suo porto d’armi era stato revocato su richiesta dell’Fbi e gli erano state sequestrate quattro armi, tra cui l’Ak-15 che si presume abbia usato nella strage. Aaron ha riferito che le armi erano poi state consegnate al padre del giovane, che ha ammesso di averle restituite al figlio: decisioni che lasciano quantomeno perplessi e che hanno già suscitato polemiche. La polizia ora ha l’Ak-15 strappato da Shaw e una pistola, rinvenuta nella perquisizione seguita alla sparatoria, ma all’appello mancano ancora due armi, che potrebbero appunto essere nelle mani del fuggitivo.

Aggiornato il 23 aprile 2018 alle ore 16:05