Siria, alta tensione tra Usa e Russia

Ancora altissima la tensione tra Stati Uniti e Russia dopo l’attacco con le armi chimiche effettuato dalle forze armate siriane (almeno, secondo numerose testimonianze) a Duma, nella zona del Goutha ancora in mano ai ribelli anti-Assad. I segnali che puntano nella direzione di un intervento militare congiunto Usa-Gran Bretagna-Francia si sono moltiplicati nelle ultime ore. Dal presidente Trump è arivato un tweet al fulmicotone: "La Russia giura di abbattere tutti i missili sparati sulla Siria. Preparati Russia perché arriveranno, belli e nuovi e 'intelligenti!' Non dovresti essere alleata di un animale che si diverte a uccidere il suo popolo!". Eurocontrol e Easa (Agenzia europea per la sicurezza aerea) hanno proclamato uno stato d’allerta di 72 ore sulle rotte del Mediterraneo orientale. L’allarme sottolinea il “possibile lancio di raid aerei con missili aria-terra e/o cruise”. E l’Easa parla anche della “possibilità di un'interruzione intermittente delle apparecchiature di radionavigazione”. Il Wall Street Journal, poi, scrive oggi che l’amministrazione statunitense sarebbe all’opera per ottenere il sostegno internazionale per un raid contro il regime siriano: oltre a Londra e Parigi, si vorrebbe coinvolgere direttamente anche l’Arabia Saudita.

Dopo l'incontro “ravvicinato” di ieri fra i jet russi e il cacciatorpediniere statunitense Donald Cook, Mosca ha ribadito l'intenzione di non voler assistere passivamente all’escalation. L'ambasciatore russo in Libano, Alexander Zasypkin, ha dichiarato che “le forze russe affronteranno qualsiasi aggressione degli Stati Uniti contro la Siria” e l’esercito russo si riserva il diritto di “abbattere i missili e distruggere le fonti di lancio” in caso di un attacco americano contro la Siria. Ieri sera, alle Nazioni Unite, la Russia ha messo il veto alla bozza di risoluzione preparata dagli Stati Uniti per istituire una nuova commissione d’inchiesta sull’utilizzo di armi chimiche in Siria: il documento ha ottenuto 12 “sì”, 2 “no” (compreso il veto di Mosca) e l’astensione cinese. “Questo è un giorno triste per il Consiglio di Sicurezza, per il regime di non proliferazione e soprattutto per la popolazione di Duma”, ha commentato l'ambasciatrice britannica all’Onu, Karen Pierce. Mentre l’inviato di Mosca al Palazzo di Vetro ha diffidato gli Stati Uniti dall’intraprendere “un’avventura militare illegittima”.

“La Russia ha scelto ancora una volta il regime di Assad e distrutto la credibilità del consiglio di sicurezza”, ha detto l'ambasciatrice americana al Palazzo di Vetro, Nikki Haley, ricordando che il veto di Mosca è il sesto su risoluzioni che riguardano l'uso di armi chimiche in Siria. In una dichiarazione congiunta, Donald J. Trump e Theresa May hanno “condannato il feroce disprezzo di Assad per la vita umana”, concordando sulla necessità di impedirgli di continuare nell’utilizzo di armi chimiche. “Il presidente è stato chiaro - ha chiosato la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders -. stiamo lavorando con i nostri partner e alleati e il nostro team per la sicurezza nazionale per esaminare tutte le possibili opzioni”.

Anche il presidente francese Emmanuel Macron è voluto intervenire sulla vicenda. Parlando dall’Eliseo al fianco del principe saudita Mohammed bin Salman, Macron ha dichiarato che eventuali raid francesi avrebbero come obiettivo le “capacità chimiche” del regime siriano. Anche Bin Salman non ha escluso l’opzione militare: “Se la nostra alleanza con i nostri partner lo esige - ha detto rispondendo a un  giornalista - risponderemo presente”.

Intanto Trump ha cancellato la sua prevista partecipazione all’ottavo summit delle Americhe a Lima nel fine settimana e la visita a Bogotà per “restare negli Usa a sovrintendere alla risposta americana alla Siria e monitorare gli sviluppi nel mondo”. Trump sarà sostituito dal vice presidente Mike Pence.

Aggiornato il 11 aprile 2018 alle ore 15:38