Le fake news anti-israeliane

Un elemento di distrazione di massa. Le varie fake news anti-israeliane che si sono susseguite in questi giorni si potrebbero definire così. Ieri questa storia che Israele vorrebbe mandarci qualche migliaio dei suoi migranti troneggiava sui lanci di agenzia e oggi sui titoli dei principali quotidiani, specie quelli come “Il Manifesto” e “Il Fatto Quotidiano”, che strizzano sempre l’occhio agli antipatizzanti se non agli odiatori di professione. Poi è arrivata la smentita ufficiale. Ma per un giorno lo Stato ebraico a qualcuno è stato più antipatico del solito.

Fino al giorno prima invece, Israele, anche nei discorsi pasquali di Papa Bergoglio, incarnava il male assoluto da combattere, con buona pace dei vari Erdogan che per 364 giorni l’anno compiono stragi di curdi e altre etnie minoritarie sotto l’occhio assente dell’Onu e dell’Europa. Ma tant’è.

A infrangere l’incantesimo delle balle quotidiane, per fortuna, ci ha pensato un breve comunicato dell’Idf, Israel defense forces, che ha diramato anche le foto e i nomi di dieci delle 17 “vittime” della feroce repressione dello Stato ebraico. Masab Salul, 23 anni di Hamas; Sari Abu ‘Odeh, 28 anni di Hamas; Jihad Fareinah, 35 anni comandante militare di Hamas; Ahmad ‘Odeh, 19 anni di Hamas; Hamdan Abu ‘Amseh, 25 anni di Hamas; Mahmoud Rahmi, 33 anni di Hamas; Muhammad Abu ‘Amru, 27 anni di Hamas; A’ Fatah ‘Nabi, 20 anni di Hamas; Ibrahim Abu Sha’er, 29 anni jihadista, Jihad Zuhair Salman Abu Gammus, 30enne delle Brigate dei Martiri di Al Aqsa. Tutti uomini che non sono, già a partire dalle facce degli identikit, dei giovani che tiravano sassi ma dei militanti operativi di Hamas già schedati per precedenti operazioni terroristiche. E per la proprietà transitiva si può ipotizzare che anche le altre sette vittime, salvo eccezioni, non siano esattamente mammolette pacifiste schiacciate dalla repressione di uno Stato autoritario.

Ma questa Pasqua, che è coincisa con il primo aprile, ci ha portato per pesce le solite bugie su Israele. Menzogne cui stavolta sembra essersi accordato anche il Pontefice Francesco, che durante il suo intervento prima della benedizione Urbi et Orbi ha detto che “la Terra Santa in questi giorni è ferita da conflitti aperti che non risparmiano gli inermi”. La frase, che potrebbe essere valida in linea generale, proprio in questi giorni appare invece quanto mai ambigua e di repertorio. Le solite fake news anti-israeliane di moda in Europa.

Aggiornato il 03 aprile 2018 alle ore 11:37