Ue-Africa: la svolta di Abidjan

Concluso il vertice in Costa d’Avorio sul futuro dell’Europa e dell’Unione Africana, si tirano le somme. Il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha da subito rivendicato il ruolo di protagonista dell’Italia nella creazione di partnership privilegiate, ma ricorda anche con fermezza che sulla crisi dei migranti “il nostro paese ha fatto a testa alta e con orgoglio la sua parte e si augura che altri Paesi europei e africani diano il loro contributo”.

Nonostante il titolo della riunione fosse “Investire nella gioventù per uno sviluppo sostenibile”, era dato per scontato un polemico confronto (ma anche una prima revisione) sulla crisi migratoria. Tant’è che il Presidente del Consiglio dell’Ue, Donald Tusk, ha accennato a “divergenze di vedute” sull’argomento, tuttavia sono state raggiunte “soluzioni accettabili da entrambe le parti”, ha concluso il presidente di turno dell’Unione Africana, Alpha Condé.

Ad ogni modo le promesse di un primo passo concreto dovrebbero essere visibili a breve, con l’evacuazione del primo dei 42 campi presenti in Libia, quello di Tripoli, dove da tempo sono rinchiuse circa 4mila persone. Ma in molti già manifestano diffidenza chiedendosi, al contempo, la futura liberazione dei prigionieri cosa comporterà. Eppure sembra indiscussa una nuova stagione nei rapporti Unione europea-Unione africana: lo hanno ripetutamente espresso i leader delle due istituzioni, Jean-Claude Juncker e Alpha Condé, davanti agli 83 capi di Stato e di governo in rappresentanza di 55 Paesi africani e di 28 Paesi europei, oltre ai rappresentanti dei Paesi partner, della Commissione dell’Unione africana, della Commissione europea e delle organizzazioni internazionali, regionali e sub-regionali.

Il risultato delle riunioni ha poi prodotto una Dichiarazione politica con l’obiettivo di una cooperazione rafforzata più equilibrata e più intensa così da creare possibilità immediate di lavoro per il bene dei giovani e per il futuro del continente. Un impegno, questo, da realizzarsi attraverso progetti concreti che dovrebbero essere presentati nei prossimi tre mesi. Tutto ciò dovrà però tenere presente le quattro priorità strategiche avanzate, ovvero investimenti, istruzione, pace e migrazioni. Praticamente colmare il gap culturale, economico e sociale che l’Africa si porta dietro da secoli.

Aggiornato il 02 dicembre 2017 alle ore 10:31