Missili della Siria su aerei israeliani, mentre Shoygu arriva a Tel Aviv

martedì 17 ottobre 2017


Sale la tensione fra Israele e Siria dopo un nuovo incidente, verificatosi ieri nei cieli del Libano, mentre il ministro russo della Difesa, Sergey Shoygu, stava per raggiungere Tel Aviv per esaminare ancora una volta la crisi siriana e le sue implicazioni sulla sicurezza dello Stato ebraico. Poche ore prima di questo incidente l’Isis ha da parte sua rivendicato dal Sinai egiziano il lancio di tre razzi verso il Neghev occidentale. Secondo la ricostruzione israeliana, l’antiaerea siriana ha aperto il fuoco in direzione di aerei dell’aviazione israeliana impegnati in una ricognizione nello spazio aereo libanese. Si trattava, ha affermato la radio militare, di una “missione di routine”. I missili siriani, sparati da una batteria di Sa-5 situata a una cinquantina di chilometri da Damasco, non hanno - secondo Israele - minacciato l’incolumità degli F-16 israeliani. Diversa la versione siriana secondo cui uno degli apparecchi è stato colpito e costretto alla fuga. Le attività israeliane, ha avvertito un portavoce militare siriano, “rischiano di avere conseguenza pericolose”.

Due ore dopo l’aviazione israeliana è tornata in azione, questa volta per mettere a tacere la batteria dell’antiaerea siriana. “La nostra politica è chiara - ha poi affermato Benyamin Netanyahu alla televisione - Se qualcuno cerca di colpirci, noi lo colpiamo”. Il tentativo siriano di ostacolare le attività dell’aviazione israeliana “è inaccettabile”, ha aggiunto. “La nostra aviazione ha agito con precisione, rapidamente, e ha distrutto quanto andava distrutto”. In serata, al ministero della difesa di Tel Aviv, è arrivato Shoygu. Il ministro della difesa Avigdor Lieberman (che si esprime fluentemente in russo) gli ha fornito un aggiornamento della situazione in Siria e probabilmente anche nel Sinai, dove i miliziani filo-Isis continuano la loro serrata guerriglia contro le forze egiziane e che ieri hanno sparato razzi (senza provocare vittime né danni) anche verso il Neghev. Un’altra fonte di preoccupazione di Lieberman riguarda le attività di Hamas che, a suo parere, tenta adesso di sintonizzarsi con gli Hezbollah libanesi. Israele non cerca una escalation, ha detto nei giorni scorsi Lieberman. Ma deve tenersi pronto al peggio e, in caso di confitto, potrebbe vedersi costretto a combattere simultaneamente su due fronti: al confine Nord, e al confine Sud.


di Redazione