Dopo mezzo secolo la metropolitana che cambierà Tel Aviv

Attesa dagli abitanti dal lontano 1970 - quando l’allora sindaco Yehoshua Rabinovic prese un solenne impegno - la metropolitana di Tel Aviv ha fatto nei giorni scorsi un timido esordio concreto quando il suo primo vagone è stato orgogliosamente esposto nel centrale Rothschild Boulevard. I bambini hanno fatto a gara per correre nell’abitacolo, balzare sui sedili ed indossare occhiali di realtà virtuale con cui hanno potuto immaginare come sarà viaggiare su una ferrovia leggera nelle strade di Tel Aviv. La prima “rondine”, dunque, si è materializzata. Ma per la “primavera” dei trasporti di massa occorrerà attendere l’ottobre 2021, quando entrerà in funzione la Linea Rossa lungo un tragitto di 24 chilometri, metà dei quali sotto terra. Finora ne sono stati scavati 2,5 chilometri. L’esposizione della carrozza è stata concepita dalla società Neta addetta alla realizzazione del progetto per sentire i pareri dei futuri passeggeri e andare incontro ai loro gusti. E su Facebook si leggono già i primi mugugni. Il vagone è “noioso” ed il suo colore bianco “ricorda un ospedale”; i sedili “sono scomodi, minimalisti”; non ci sono “attacchi usb”. Anche sui nomi delle stazioni c’è chi ha da eccepire. Il bilancio dell’opera - che una volta in funzione sarà in grado di trasportare 200 mila passeggeri al giorno - è di 17 miliardi di shekel (oltre 4 miliardi di euro).

Oltre alla Linea Rossa ne saranno approntate altre due: la Verde e la Viola che dovrebbero essere pronte nel 2024. Allora Tel Aviv sarà comodamente collegata alle principali città satelliti di Herzlya e Petach Tikva, a nord, e di Jaffa e Bat Yam, a sud. Alla realizzazione del progetto - che sta provocando seri intralci per il traffico automobilistico - partecipano due società cinesi, con equipe che lavorano anche di notte per minimizzare il disturbo. La loro presenza è risultata egualmente sgradita nel sobborgo ortodosso di Bene’ Braq perché i macchinari di scavo non possono essere bloccati nemmeno in concomitanza con le solennità religiose. Per il recente digiuno penitenziale del Kippur i rabbini hanno montato una accesa campagna di stampa contro i lavori, ottenendo che i macchinari, se non proprio messi a tacere, almeno non avanzassero quel giorno nelle viscere della terra. Ma cosa succederà quando, una volta in funzione, la ferrovia leggera attraverserà Bene’ Braq di sabato con le strade affollate da fedeli in uscita dalle sinagoghe? Secondo il sindaco di Tel Aviv, Ron Huldai (laburista), a differenza degli altri trasporti pubblici, che di sabato si fermano, la metropolitana potrà appunto operare sette giorni la settimana. “Grazie ad una moderna tecnologia - ha spiegato - è in grado di procedere con una guida autonoma”, ossia senza un conducente. Se così sarà davvero, la metropolitana avrà un impatto importante nello stile di vita della città. Alla Neta resta molto lavoro da svolgere. Nel 2018 saranno deposti i binari, nel 2019 saranno installate le apparecchiature di comando e nel 2020 si faranno i primi viaggi di prova. L’inaugurazione, se tutto andrà per il meglio, avverrà nell’autunno 2021. È servito mezzo secolo: ma la promessa (o meglio: la profezia) del sindaco Rabinovic sta diventando realtà.

Aggiornato il 16 ottobre 2017 alle ore 12:38