Olanda finalmente verso un governo (dopo 208 giorni)

In un Paese, l’Olanda, dove il tempo medio per la formazione di un governo dopo le elezioni è di 72 giorni, stavolta ne sono serviti il triplo, 208, solo per arrivare a un accordo preliminare. Lo stesso record segnato nel 1977 e che ora sarà superato, dato che prima del varo ufficiale del nuovo esecutivo del premier Mark Rutte dovrà passare ancora gualche giorno. Quasi un parto, con una gestazione durata poco meno di sette mesi, per trovare una geometria politica in grado di garantire una maggioranza alla Camera bassa. Fenomeno peraltro comune nella storia politica olandese, dove le coalizioni di governo sono la norma. Alla fine ne è nata una guidata dal Vvd, il partito liberale conservatore del premier Mark Rutte, insieme ai cristiano democratici del Cda, ai liberali progressisti del D66 e ai conservatori della Christen Unie. Una compagine decisamente più spostata a destra rispetto al precedente governo, caratterizzato dall’alleanza con i laburisti del PvdA. Usciti quasi azzerati dalle elezioni del 15 marzo, con un crollo dal 19,1% al 5,7%, questi ultimi finiranno all’opposizione. E qui si apre la partita che riguarda l’attuale ministro delle Finanze e presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem.

Il suo mandato naturale per quest’ultima carica scadrà a metà gennaio ma ovviamente non manterrà la carica di ministro e questo potrebbe porre un problema per proseguire nel ruolo, per il quale circola già il nome del ministro francese Le Maire. All’opposizione andranno anche gli ecologisti verdi del GroenLinks, dopo il boom alle urne del “Trudeau olandese” Jesse Klaver e inizialmente coinvolti nei colloqui per una possibile coalizione. Per arrivare alla formazione vera e propria dell’esecutivo sarà ora necessario ancora qualche passaggio, prima all’interno dei partiti che hanno raggiunto l’accordo, poi in Parlamento. Il giuramento formale potrebbe arrivare intorno al 23 ottobre. Intanto iniziano a trapelare dettagli sul programma, che sarà illustrato domani. Tra le misure, il nuovo esecutivo pensa ad esempio a un taglio del 15% nelle tasse sui dividendi pagate dalle società, per rendere l’Olanda più attraente agli investimenti esteri. Prevista anche una stretta sulla prostituzione legale e l’introduzione di una licenza obbligatoria per le prostitute.

Aggiornato il 10 ottobre 2017 alle ore 08:49