Nuovo schiaffo su Obamacare, Trump rilancia con le tasse

Maxi taglio ai più ricchi e alle imprese, semplificazione degli scaglioni di reddito e raddoppio delle deduzioni di cui gode la classe media.

Questa la ricetta con cui Donald Trump vuole rivoluzionare il sistema fiscale americano e puntare a una crescita del Prodotto interno lordo che si attesti almeno sul 3 per cento. Il piano - annunciato dal presidente americano lo scorso aprile - è pronto, messo a punto dalla Casa Bianca e dai leader repubblicani in Congresso, presentato all’indomani dell’ennesimo schiaffo sulla riforma sanitaria.

Con l’abolizione dell’odiata Obamacare che per ora resta un miraggio. Il presidente americano - raccontano nei corridoi della Casa Bianca - è frustrato dall’impossibilità di portare a casa una delle promesse principali della sua campagna elettorale: un cavallo di battaglia assoluto come il superamento dell’unica vera riforma fatta dal suo predecessore Barack Obama. E punta il dito ancora una volta su quei senatori repubblicani - tra cui l’ex candidato alla presidenza John McCain - che hanno bocciato anche l’ultimo progetto per dare il colpo di grazia all’Obamacare. Con l’aggravante che i repubblicani hanno ora perso l’autorità per approvare la riforma con una maggioranza semplice, opzione che scade il 30 settembre. A Trump non rimane dunque che puntare dritto sulla riforma fiscale che - ha promesso - sarà la più imponente dai tempi di Ronald Reagan. E che spera di concretizzare entro pochissimi mesi, per evitare quello che sarebbe un magro bilancio del suo primo anno di presidenza. Ma le difficoltà non sono poche: l’accordo raggiunto a suo tempo per evitare ripercussioni pesanti sui conti pubblici prevede tagli alle imposte per un massimo di 1500 miliardi di dollari in dieci anni. Mentre l’insieme delle misure proposte ammonta a oltre 5mila miliardi. Un gap per eliminare il quale ci vorranno mesi di lavoro e di trattative, col rischio che la riforma fiscale faccia la fine di quella sanitaria.

“Taglieremo enormemente le tasse per la classe media”, ha enfatizzato il presidente. Ma intanto, secondo le indiscrezioni, quel che è certo è che il piano prevede una riduzione dell’aliquota sui redditi dei più ricchi dal 39,6 al 35 per cento, mentre quella sulle imprese dovrebbero crollare dal 35 al 20 per cento. Tra le ipotesi anche un taglio al 15 per cento dell’aliquota per tutte le società quotate in Borsa, comprese banche e fondi di investimento. Si pensa poi ad agevolazioni per le imprese che decidono di rimpatriare i guadagni fatti all’estero. Per Trump è questa la chiave di volta per dare una spinta decisiva alla crescita economica e all’occupazione. Prevista inoltre una semplificazione delle aliquote che riguardano l’imposta sui redditi, che passeranno da sette a tre (10, 25, 35 per cento). E saranno aumentate le possibilità di usufruire di sgravi e deduzioni.

Proposta, infine, anche l’abolizione della tassa di successione. Intanto non si placa la polemica sull’uso di un account email privato da parte di Jared Kushner, dopo le rivelazioni che anche altri consiglieri della Casa Bianca avrebbero fatto lo stesso. Così il Congresso ha inviato una lettera alla Casa Bianca chiedendo di identificare entro il 9 ottobre eventuali dirigenti che abbiano usato un’email privata e di fornire il relativo account.

Aggiornato il 26 settembre 2017 alle ore 21:07