Caos in Russia per i falsi allarmi bomba: spunta l’Isis

Continua l’ondata di “terrorismo telefonico” - come l’ha ufficialmente bollata il Cremlino - che sta gettando nel caos, e nell’imbarazzo, la Russia. Dopo la raffica di falsi allarmi di mercoledì che a Mosca hanno obbligato le autorità ad evacuare oltre 100mila persone, ieri è toccato a San Pietroburgo. Chi sia il responsabile di questa immensa burla al momento però è un mistero. E tra le piste spunta anche l’Isis. A sostenerlo è una fonte non identificata interpellata dall’agenzia di stampa statale Ria Novosti. Secondo la “gola profonda2 delle forze dell’ordine le indagini preliminari indicano che le telefonate sono state effettuate “da persone che si trovano all’estero e sono legate all’Isis e ad altre organizzazioni”. Alcuni esecutori sarebbero già stati “identificati” e c’è l’intenzione di spiccare mandati di arresto internazionali.

Una versione dei fatti tutto sommato rassicurante. Lo Stato Islamico, d’altra parte, è il cattivo per eccellenza e tutto tornerebbe (sebbene il finto attentato telefonico sarebbe senz’altro una “new entry” nel macabro arsenale dell’Isis). In realtà in queste ore le ipotesi che circolano sono diverse. Secondo un’altra fonte bene informata, le indagini dimostrano che il “90% delle telefonate” sono state effettuate da indirizzi IP - e dunque via internet - situati “in Ucraina”. Non solo. Un’analisi fonetica dei messaggi ha permesso agli specialisti di concludere che gli autori delle chiamate “appartengono allo stato confinante”. Cioè sono ucraini. Ma non è tutto. Una terza ipotesi tira in ballo gli ultras ortodossi, furiosi per il sostanziale appoggio delle autorità alla distribuzione del film “Mathilde”, da loro considerato un insulto alla memoria dello zar (e santo) Nicola II.

Alexander Kalinin, leader del gruppo ultraortodosso “Stato Cristiano-Russia Santa”, ha raccontato infatti di aver ricevuto una lettera il 10 settembre in cui “alcuni ragazzi” lo informavano che per convincere i distributori cinematografici a boicottare la pellicola sarebbe stato possibile “destabilizzare l’intera infrastruttura nazionale con delle telefonate”. Ma siccome la Russia è la Russia, un mistero non è tale se non vi è la possibilità di un coinvolgimento dei servizi segreti. Che - sostiene la teoria cospirativa - avrebbero organizzato tutto per poi avere una buona scusa per mettere al bando app come WhatsApp e Telegram. Tutti d’altra parte concordano che le chiamate vengono fatte via internet e non attraverso la rete tradizionale. Così, a Radio Liberty, l’ex deputato d’opposizione nonché ufficiale del KGB Gennady Gudkov ha dichiarato che se in futuro “non vi sarà un assalto dello stato al web” si potrà scartare l’ipotesi della complicità degli 007, in caso contrario il dubbio “sarà lecito”.

Intanto l’ondata prosegue e a Mosca, oltre a diverse scuole, ieri è stato evacuato il famoso Negozio Centrale dei Bambini. Che si trova giusto davanti alla sede dell’FSB, i servizi di sicurezza russi eredi del KGB. Il Cremlino, in tutto questo, ha detto di “attendere il risultato delle indagini degli inquirenti” prima di commentare.

Aggiornato il 15 settembre 2017 alle ore 11:19