Usa, il Gop si spacca sull’Obamacare

Stati Uniti. E così anche il “repeal”, cioè il respingimento di alcuni aspetti dell’Obamacare, è stato... respinto dal Senato, con i voti contrari di un gruppo di dissidenti repubblicani, fra cui John McCain

Il “maverick” repubblicano, candidato presidente nel 2008, è reduce da un delicato ricovero e dalla terribile diagnosi di un tumore al cervello. Ma ha voluto comunque far presenza al Senato per votare contro uno “smilzo” provvedimento che avrebbe lasciato gli americani in un limbo, fra una legge sanitaria e quella successiva. Purtroppo per lui e per i repubblicani, nella votazione di lunedì scorso, quando era in discussione un piano sanitario alternativo, proposto dai gruppi repubblicani di Camera e Senato, il voto di McCain era venuto a mancare, proprio a causa del suo ricovero. In quel caso avrebbe contribuito, con un voto a favore, facendo pendere la bilancia dalla parte di una riforma che, invece, non è passata solo per un soffio.

E dunque un mix fra il fattore McCain, sfortuna, scarso coordinamento fra i gruppi repubblicani e una spaccatura ideologica sempre più visibile, il Grand Old Party (Gop) è riuscito nella rara impresa di bocciare la sua stessa legge, pur in essendo in maggioranza sia alla Camera che al Senato e con un presidente repubblicano alla Casa Bianca. Il piano alternativo, approvato dal gruppo repubblicano alla Camera e poi emendato da quello del Senato, è stato bocciato a causa dell’opposizione interna di conservatori non inclini al compromesso e del libertario Rand Paul. Sono contrari perché ritengono che la nuova legge sulla sanità sia solo un cambiamento cosmetico dell’Obamacare e finisca addirittura per costare di più. Al contrario, i repubblicani più moderati (fra cui McCain) sono contrari a un respingimento tout court della legge in vigore, senza avere una nuova legge pronta a subentrare.

Ma su cosa si sta discutendo, in concreto? Una vulgata molto diffusa in Europa vede il dibattito americano sulla sanità come uno scontro fra sanità pubblica contro sanità privata. Nulla di più sbagliato. La sanità Usa resta privata anche con l’Obamacare. Semplicemente è in discussione il ruolo dello Stato nel fornire incentivi ad assicurarsi con compagnie private. Secondo la legge attuale, fiore all’occhiello dell’amministrazione Obama (si chiama Affordable Care Act, ma la chiamano tutti Obamacare, non a caso), lo Stato interviene obbligando l’assicurazione anche per quelle fasce di popolazione che rischiano maggiormente di rimanere scoperte: comminando una multa per il privato che non si assicura, obbligando il datore di lavoro (con più di 50 dipendenti) ad assicurare i suoi dipendenti, coprendo con l’assicurazione dei genitori i minori di 26 anni, obbligando le compagnie di assicurazione a vendere una polizza anche ai clienti più a rischio. Queste e altre misure hanno dimezzato il numero degli americani non assicurati, da circa 40 milioni a circa 20. Ma hanno anche provocato un aumento dei prezzi della sanità, a tutti i livelli. La riforma repubblicana mira proprio ad abbassare i prezzi, attraverso una maggior liberalizzazione del sistema.

L’ultima versione della legge sulla sanità proposta dai repubblicani in Senato mirava ad eliminare l’obbligo di assicurazione, perché è foriero di un aumento dei costi ed è una tassa occulta (la penale, per chi non si assicurava, era pagata assieme alle tasse). Eliminare l’obbligo di assicurazione dei dipendenti per le aziende con più di 50 assunti. Ridurre le tasse per finanziare Medicare, pur mantenendo inalterate quelle sui redditi più alti. Permettere alle compagnie assicurative di introdurre piani assicurativi low cost con minori coperture. Permettere agli Stati di introdurre piani assicurativi più basici e meno costosi. Ridurre la spesa pubblica per Medicaid (per i meno abbienti) nell’arco di un decennio, per scongiurare il rischio di default della sanità. A seconda della volontà dei governi locali, permettere ai singoli assicuratori di eliminare contraccettivi e maternità dalle coperture di base. Eliminare i crediti fiscali per comprare assicurazioni che includono l’aborto.

Sarà su questi punti che ora riprenderà il dibattito sulla riforma. Ma come e con quali mezzi? Per Donald Trump, si deve lasciare che l’Obamacare fallisca, prima di proporre un nuovo piano alternativo. Anche secondo McCain, la legge sulla sanità attualmente in vigore “è sull’orlo del collasso”, per l’aumento dei prezzi sanitari e dei premi assicurativi. Ma proprio per questo motivo, sia per il “maverick” che per l’ala moderata dei repubblicani è tempo di dialogare con i democratici e fare una riforma comune. In questo modo verrebbero emarginati i libertari e i conservatori che non accettano compromessi. Entro la fine dell’anno, non più tardi, si vedrà forse il finale della storia. Intanto però i Repubblicani incassano una sonora sconfitta, a un anno e mezzo dalle prossime elezioni di medio termine per il rinnovo del Congresso.

Aggiornato il 28 luglio 2017 alle ore 21:15