Isis: A Raqqa i curdi aprono la breccia

Due brecce nell’antico recinto murario di Raqqa, roccaforte dell’Isis nel nord della Siria, sono state aperte nelle ultime ore da miliziani curdo-siriani sostenuti dagli Stati Uniti. Il progresso sul piano militare, annunciato dai vertici della Coalizione anti-Isis a guida Usa, avviene mentre a Mosul, l’altro bastione Isis, in Iraq, l’Isis resiste negli ultimi metri contro le forze governative.

E mentre la Turchia alza il tono della retorica e spara contro le forze curde in Siria presenti nel nord-ovest del Paese, centinaia di chilometri distante dal fronte di Raqqa. Intanto ad Astana, in Kazakhstan, la Turchia è presente al tavolo dei negoziati militari sulla Siria a fianco di Russia e Iran come Paese “garante” della tregua del 30 dicembre scorso e come attore incaricato di gestire la “de-escalation” nella Siria nord-occidentale, ancora fuori dal controllo governativo e dominata da insorti arabi della provincia di Idlib. In questo quadro, l’artiglieria turca è oggi tornata a sparare colpi contro postazioni curde nella zona di Afrin, vicina a Idlib, a ridosso del confine turco. Secondo attivisti locali una donna e due bambini sono stati uccisi nei bombardamenti turchi. Mentre le forze curdo-siriane filo-Usa tentavano di farsi strada nella Città vecchia di Raqqa, il ministro della difesa turco Fikri Isis affermava che la Turchia può lanciare a breve una “operazione oltre confine” nella zona di Afrin, se da qui le forze curde “continuano a costituire una minaccia per la sicurezza” turca. Non si esclude che dopo i colloqui di Astana, Ankara possa in effetti mostrare i muscoli e passare all’azione nel nord-ovest della Siria.

Dall’altra parte del Paese, a Raqqa, il comando centrale della Coalizione anti-Isis ha annunciato stamani l’apertura di una breccia nella cinta muraria orientale che separa la città vecchia dalla parte moderna. I combattimenti ancora infuriano attorno al muro noto come Rafiqa, vicino alla Porta di Baghdad. La Coalizione assicura che si sta facendo del tutto per non danneggiare il patrimonio architettonico della città, dal gennaio 2014 in mano all’Isis. E che si tenta di evitare di infliggere perdite alla popolazione civile. Secondo stime approssimative dell’Onu, a Raqqa rimangono ancora dai 50mila ai 100mila civili. Giungono notizie della “totale assenza di medicine in città” e si parla di una situazione umanitaria “disastrosa”. L’Isis dal canto suo ha pubblicato oggi filmati in cui si mostrano “civili uccisi a Raqqa” rimasti sotto le macerie causate “da bombardamenti della Coalizione”. Non è possibile verificare in maniera indipendente quello che viene riferito dagli organi della Coalizione, dai mediai dell’Isis e dalle forze curde. Video pubblicati da queste ultime mostrano miliziani curdi dell’ala siriana del Pkk penetrati nel quartier Qasr al Banat nella città vecchia di Raqqa. Per Brett McGurk, inviato speciale Usa per la Coalizione, l’apertura della breccia nella cinta muraria costituisce “una pietra miliare fondamentale” nella campagna per la conquista di Raqqa. Da mesi le forze curde, sostenute dagli Usa, combattono sul fronte di Raqqa. Ma solo domenica scorsa erano riuscite a completare l’accerchiamento di quella che a lungo è stata definita la ‘capitale dell’Isis in Siria’. In un video, un miliziano dell’Isis, identificatosi come Abu Yusuf al Australi (l’australiano), denuncia i “crimini americani” e afferma, nel giorno del 4 luglio, l’indipendenza americana, che i miliziani dello Stato islamico “attendono l’arrivo dei soldati americani”.

Aggiornato il 05 luglio 2017 alle ore 15:42