Macron perde pezzi, si dimette anche Bayrou

La prima crisi è arrivata prima ancora di cominciare, ma Emmanuel Macron - fedele alla fama di “padrone del tempo” - l’ha superata al fotofinish. Quattro ministri fuori in poche ore per il rischio di essere indagati, fra questi il leader del MoDem e principale alleato, Francois Bayrou. Ma l’appuntamento con l’annuncio del nuovo governo e domattina del primo consiglio dei ministri è stato rispettato. Intanto, la destra dei Republicains è il primo dei partiti tradizionali travolti dall’ondata di En Marche! a dare segni di vita: al momento si tratta di una spaccatura, con la nascita nell’Assemblea nazionale di un gruppo di centristi e neogollisti che comprende i cosiddetti “macron-compatibili”, e che si è ribattezzato “i Costruttivi”.

La prospettiva era quella del “rimpasto tecnico” di routine, dopo le legislative. In meno di tre giorni si è passati a una mutazione profonda. A snocciolare la lista del “Philippe 2” è stato - in lieve ritardo sul programma - il segretario generale dell’Eliseo, Alexis Kohler, davanti ai giornalisti assiepati nel giardino, poiché nel tradizionale quadro del cortile dell’Eliseo c’era un concerto di salsa colombiana per l’accoglienza - nel giorno della Festa della Musica - del presidente della Colombia, Juan Manuel Santos. Si comincia con lo spostamento di un ministro dei “radicali” di centrosinistra, Jacques Mezard, che dall’Agricoltura passa alla Coesione territoriale, dicastero che era del braccio destro di Macron, l’ex socialista Richard Ferrand, il primo ad essere silurato per il pericolo di un’inchiesta per conflitto di interessi.

Al posto di Marielle de Sarnez, la centrista che era agli Affari europei, arriva il top della casta intellettuale, non un’ex allieva dell’Ena ma addirittura una sua direttrice, Nathalie Loiseau. Al posto di Bayrou, che in una conferenza stampa piena di tensione ha reso omaggio a Macron assicurandogli appoggio duraturo, è stata nominata ministra della Giustizia Nicole Belloubet, socialista, docente di diritto e membro del Consiglio costituzionale. Alle Forze Armate, ministero dell’altra centrista che ha rinunciato, Sylvie Goulard, va Florence Parly, ex giovanissima sottosegretaria socialista con Lionel Jospin nel 2000, anche lei uscita dalla “Grande Ecole” dell’Ena. “Abbiamo lo stesso stato d’animo che aveva il primo governo”, ha commentato il premier, Edouard Philippe, rendendo omaggio a Bayrou, “uomo che resterà quello che era, una persona dal carattere integerrimo”.

Aggiornato il 22 giugno 2017 alle ore 15:03