Parigi: il terrorista degli Champs Elysées era segnalato dal 2013

Schedato dagli 007 francesi per radicalizzazione ma con regolare porto d’armi. All’indomani delle elezioni legislative, Parigi ripiomba nella paura di un nuovo attentato terroristico. Adan Lofti Djaziri, un trentunenne francese era già stato bollato con la lettera ‘S’ degli individui a rischio, prima di schiantarsi volontariamente con la sua Renault Megane contro un furgone della Gendarmeria di pattuglia sugli Champs-Elysées.

L’uomo aveva “9.000 munizioni” a bordo della sua auto Renault Megane: è quanto rivela France Info. In casa sua, è stato inoltre trovato un vero e proprio arsenale tra cui barili di polveri. Lofti nato in Francia nel 1985 ma figlio di Mohamed Djaziri, tunisino di Tazarka (Nabeul), di madre polacca, era noto ai servizi tunisini che lo avevano segnalato agli omologhi francesi nel 2013. Lo rivelano alcuni media locali precisando che Lotfi tornava spesso in Tunisia dove era solito frequentare ambienti estremisti islamici, in particolare, il gruppo dichiarato terroristico dalle autorità tunisine, Ansar Al Sharia.

Quattro familiari dell’autore del tentativo di attentato ieri sugli Champs-Elysees sono stati posti ieri in stato di fermo , si apprende da fonti giudiziarie. La polizia ha fermato l’ex moglie di Adam Lotfi Djaziri, il fratello e la cognata sono stati fermati durante le perquisizioni nella casa dell’attentatore, nella banlieue di Parigi. Il padre del trentunenne, radicalizzato, è stato arrestato più tardi in casa sua.

A bordo della camionetta, che al momento dell’attacco si trovava sul Rond-Point degli Champs-Elysées, c’erano otto agenti, tutti illesi. “Ancora una volta le forze di sicurezza in Francia vengono colpite con questo tentativo di attentato”: ha deplorato il ministro dell’Interno Gérard Collomb, recatosi sul posto per solidarizzare con gli agenti.

Aggiornato il 21 giugno 2017 alle ore 13:14