Medioriente, Italia e Israele: il bilancio delle relazioni

Negli ultimi mesi sono state innumerevoli le problematiche e le notizie provenienti da Israele e dalla zona mediorientale. Dallo sciopero della fame dei detenuti palestinesi, alla giornata culturale tra Italia e Israele e alle prospettive future, analizziamo le notizie di questi ultimi mesi con l’Ambasciatore Dan Haezrachy, vice capo missione dell’Ambasciata d’Israele a Roma.

Sono numerosi i detenuti palestinesi che hanno dichiarato qualche tempo fa lo sciopero della fame (da poco concluso), chiedendo che venissero migliorate le condizioni della loro detenzione. L’agenzia di stato israeliana che si occupa di gestire le carceri ha diffuso un video molto discusso che riguarda Marwan Barghouti, uno dei più popolari e ambiziosi politici palestinesi, mangiare dei biscotti e uno snack, nonostante l’esteso sciopero della fame. Oggi che lo sciopero è concluso, possiamo approfondire quanto è accaduto e quali sono le notizie non veritiere diffuse in quei giorni?

Lo sciopero della fame dei detenuti palestinesi aveva ben poco a che vedere con la questione dei diritti umani - Israele rispetta pienamente tutte le normative internazionali previste in merito - e molto con la guerra interna al mondo palestinese per la successione ad Abu Mazen. Non è un caso che, lo stesso Abu Mazen, ha sostenuto pochissimo questo sciopero e solo perché costretto, Si tratta di una guerra che vede anche i detenuti palestinesi in Israele protagonisti, considerando che – purtroppo – l’Anp paga loro un lauto stipendio mensile, favorendo cosi la perpetuazione del culto della violenza e del terrore. Dispiace che questi prigionieri palestinesi siano stati descritti da alcuni, anche in Occidente, come “prigionieri politici”. La verità è che si tratta di criminali responsabili di efferati atti di terrorismo e mai pentiti. In primis Marwan Barghouti, che nelle carceri israeliane ha addirittura preso un PhD e che è stato condannato a 5 ergastoli per la morte di almeno 13 civili innocenti. Crimini di cui non si è mai pentito e che ha ammesso. La lettera che Barghouti è riuscito a far pubblicare sul New York Times, è piena di falsità, che sono state smentite dalle autorità israeliane con i numeri. A quei pochi parlamentari italiani che ci hanno chiesto delucidazioni in merito o hanno difeso la posizione dei prigionieri palestinesi, abbiamo chiaramente detto che la pace sarà raggiunta quando i soldi che l’Anp versa ai terroristi nelle carceri israeliane, verranno investiti nella crescita per la popolazione palestinese. Allora forse riusciremo ad interrompere quella spirale di odio che oggi blocca ogni dialogo di pace.

Recentemente l’Organizzazione palestinese Al Fatah ha “premiato” il noto terrorista Karim Younes inserendolo nella lista del Comitato Centrale dell’Organizzazione. Karim e Maher Younes sono stati condannati a 40 anni di detenzione ciascuno per il sequestro e assassinio di una persona. Cosa pensa dell’atteggiamento e del comportamento di Al Fatah in tale occasione?

Guardi, quello che lei mi sta dicendo non mi sorprende affatto. Piuttosto, mi chiedo come tutto questo possa accadere senza alcuna condanna internazionale. Mi chiedo quindi come si possa pretendere di convincere gli israeliani della genuinità della volontà di pace dei palestinesi, quando costantemente i palestinesi elogiano terroristi responsabili di aver ucciso israeliani. Solamente in questi giorni, l’Anp ha dedicato un centro educativo per le ragazze alla terrorista Dalal Mughrabi, responsabile di aver ammazzato 32 israeliani, di cui 12 bambini (il più piccolo aveva solo 2 anni). Una scelta che ha costretto persino la Norvegia e l’Onu a rivedere i fondi donati per il centro educativo. Ancora: come possiamo credere alle buone intenzioni di pace dei palestinesi, se i loro leader dicono alcune cose in inglese o in ebraico, e poi le smentiscono (o sono costretti a farlo), in arabo? Pensi al caso di Jibril Rajoub, importante esponente dell’Olp: intervistato dalla tivù israeliana ha detto di riconoscere che il Muro del Pianto dovrà rimanere sempre sotto la sovranità israeliana. Poco dopo, nonostante il video parli chiaro, è stato costretto a fare marcia indietro e sul suo Facebook ha persino parlato di complotto israeliano nei suoi confronti. Come possiamo davvero sederci al tavolo delle trattative, sapendo che l’accordo che andremo a firmare verrà rispettato?

Magnifico l’evento organizzato per la Festa della Repubblica del 2 giugno promossa dall’Ambasciata italiana in Israele. Ospite dell’ambasciata italiana a Tel Aviv, il Presidente d’Israele Reuven Rivlin che ha sottolineato il valore storico di questa data. “Le relazioni tra il popolo italiano e quello d’Israele risalgono a centinaia di anni fa e negli ultimi anni si sono rafforzate. Proprio il mese scorso l’Italia ha dimostrato che la sua non è un’amicizia solo a parole ma anche nei fatti votando contro la vergognosa risoluzione dell’Unesco su Gerusalemme”. Approfondiamo tale rapporto?

Assolutamente lodevole quanto organizzato dall’Ambasciata Italiana in Israele, per la festa del 2 giugno. Io credo in questi eventi, hanno mostrato quanto sia forte il legame tra Italia e Israele. Non solo Rivlin ha elogiato il Governo italiano e la sua coraggiosa posizione contro la mozione Unesco su Gerusalemme, ma diversi eventi culturali sono stati organizzati e hanno visto un’ampia partecipazione degli israeliani, da sempre amanti dell’Italia. Il Comune di Tel Aviv, addirittura, ha illuminato parte del suo edificio con i colori della bandiera italiana! Mi permetta anche di aggiungere che, questi successi, sono anche il risultato dell’ottimo lavoro fatto dall’Ambasciatore italiano Francesco Maria Talò, che tra pochi mesi concluderà il suo mandato. A lui e al suo staff, vanno davvero i nostri sinceri apprezzamenti e complimenti.

Eccellenza, tra qualche mese si conclude la sua esperienza come vice capo missione dell’Ambasciata d’Israele a Roma. Può descriverci il lavoro di questi anni, le preoccupazioni e le prospettive?

Non so se riesco a descrivere quanto fatto in cinque anni, in poche righe. In primis mi faccia dire che sono onorato di aver servito come diplomatico israeliano in Italia, un Paese che ho amato moltissimo e che porterò sempre nel cuore. In questi anni, Italia e Israele hanno raggiunto accordi importantissimi, in ogni ambito di cooperazione, a cominciare da settori come la sicurezza, gli scambi accademici e culturali e la promozione del turismo bilaterale. Non solo: grazie all’iniziativa del Presidente Bernardo, in Italia è nata la più grande associazione di amicizia parlamentare Italia-Israele, esistente in Europa (oltre 200 membri). Oggi, come Lei sa, Italia e Israele discutono di accordi in settori strategici come quello del gas, che sicuramente rafforzeranno ulteriormente il rapporto tra Roma e Gerusalemme. Per parte mia, come suddetto, una volta tornato in Israele continuerò ad impegnarmi perché quanto raggiunto sinora non solo venga mantenuto, ma ampliato. Considero l’Italia un po’ come la mia seconda casa e non dimenticherò mai quanto mi è stato donato da questo straordinario Paese. So che quello che abbiamo fatto in questi anni è una goccia nell’oceano ma, come diceva Madre Teresa, “se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno”.

Aggiornato il 13 giugno 2017 alle ore 13:39