Uk, incognita terrorismo sulle elezioni

mercoledì 7 giugno 2017


L'incognita terrorismo pesa come un macigno alla vigilia delle elezioni britanniche dell'8 giugno. Dopo l'attacco di sabato sera a Londra, l'ultimo di una serie nera nel Regno, le autorità hanno deciso di rafforzare la sicurezza ai seggi nel timore che qualcuno possa colpire ancora, anche giovedì, quando milioni di elettori saranno chiamati a decidere del futuro del Paese. È un momento "critico", come ha ammesso la premier conservatrice Theresa May, che da un lato striglia polizia e 007 per le falle denunciate dai media nel prevenire gli attentati; e dall'altro si impegna allo spasimo nelle ultime ore di campagna per riverniciarsi un'immagine da "leader forte" sul fronte Brexit come su quello della sicurezza.

Stando agli ultimi sondaggi, i conservatori mantengono i favori del pronostico, ma il Labour sembra rimontare e il trionfo che la May pregustava giocandosi la carta del voto anticipato potrebbe ridursi a una vittoria stiracchiata. O persino peggio. May ha tentato ieri di contenere i danni, spostando l'attenzione sulle lacune operative dell'anti-terrorismo, dalla polizia all'MI5, che si è lasciato sfuggire uno degli attentatori di Londra, Khuram Butt, benché fosse stato segnalato e indagato. "Mi aspetto una revisione del loro operato come è avvenuto a Manchester", ha tuonato, invocando di fatto un'inchiesta interna. Prima di lei non aveva usato mezze misure neppure il suo ministro degli Esteri, Boris Johnson, che aveva chiesto ad agenti e 007 di "rendere conto" di quello che emerge sempre più come un fiasco.

Corbyn risponde insistendo, al pari del sindaco di Londra e suo compagno di partito, Sadiq Khan, nel denunciare la carenza di risorse garantite agli apparati di sicurezza da un governo che predicherebbe "legge e ordine", praticando però "austerità". Al contempo il leader laburista,
storico alfiere della sinistra radicale, prova a proporsi in un'immagine più istituzionale, quasi da 'premier in pectore'. Respinge come
"ridicola e offensiva" l'accusa di May di essere "debole" e addirittura "anti-patriottico" nel contrastare il terrorismo. E si dice disposto ad incontrare perfino Donald Trump, agli antipodi politicamente da lui. Salvo promettere di chiedergli in una prima ipotetica telefonata da Downing Street di "riconsiderare" le accuse velenose che il presidente Usa non smette di rivolgere - in piena emergenza terrorismo - a Sadiq Khan, primo sindaco musulmano di una metropoli occidentale.


di Redazione