Tra Iran e Usa, la spregiudicata diplomazia del Qatar

L'aggressiva campagna mediatica e diplomatica scatenata dall'Arabia Saudita e dai suoi alleati regionali contro il Qatar mette in evidenza la centralità politica, economica, militare e mediatica del piccolo Stato del Golfo, potenza energetica mondiale e da anni promotore di una diplomazia spregiudicata con contatti in Medio Oriente, Asia Centrale e Nordafrica. Trentasei sono gli anni trascorsi dal raggiungimento formale dell'indipendenza (1971) del Qatar, ma 36 sono anche gli anni d'età dell'emiro Tamim Al Thani, al potere da quattro anni dopo esser passato alla guida dello Stato in seguito all'abdicazione del padre Hamad. Dei circa due milioni e mezzo di abitanti, solo 300mila sono di nazionalità qatarina. E questi godono del più alto reddito pro-capite al mondo: il Qatar è il terzo paese esportatore di gas, ed è l'11/mo esportatore di petrolio.

Il Qatar, dove nel 2022 è previsto lo svolgimento dei campionati mondiali di calcio, è una penisola affacciata sul Golfo: l'esile (87 km) tratto di confine con il regno dei Saud - ora chiuso - è l'unico collegamento con la terraferma. E una sottile striscia di mare separa la penisola dal Bahrain, che condivide con il Qatar il primato di ospitare le maggiori basi militari Usa nel Golfo. La base qatarina di Udaid è dal 2003 il quartiere generale avanzato del Comando centrale Usa e ospita circa 10mila militari Usa. In Bahrain c'è invece la sede della 5/a flotta navale militare statunitense. Il Bahrain, satellite dell'Arabia Saudita, si è allineato alla decisione di Riad di isolare il Qatar accusandolo di essere "sponsor del terrorismo".

Nella definizione di "terrorismo" i detrattori del Qatar inseriscono sigle diverse e spesso rivali: al Qaida, l'Isis, la Fratellanza musulmana e la sua derivazione palestinese di Hamas, l'Iran e i suoi alleati. Doha ospita l'ufficio politico in esilio di Hamas, sostenuto anche dalla Repubblica islamica d'Iran. Nei giorni scorsi rappresentanti di Hamas hanno dovuto lasciare il Qatar, ma nel 2012 l'emiro Hamad si era recato in visita a Gaza, fortino del movimento palestinese. Forte dei suoi uffici, Doha ha mediato più volte tra Hamas e Israele, in particolare per la liberazione di prigionieri. La mediazione è un esercizio abituale a Doha, dove anche i Talebani afgani avevano un ufficio di rappresentanza.

Nella guerra in Siria, il Qatar si era apertamente schierato contro il governo di Damasco, sostenuto dall'Iran, ed è stato da più parti accusato di aver favorito la nascita e lo sviluppo dell'ala siriana di al Qaida. Ma dall'avvento al potere dell'emiro Tamim nel 2013, Doha ha virato leggermente il timone, ponendosi più come mediatore tra insorti anti-Damasco, loro rivali filo-iraniani e qaidisti. Il Qatar è anche al Jazira, la tv panaraba nata nel 1996 a Doha e che ha rivoluzionato il sistema informativo arabo. Al Jazira è stata la prima e unica emittente tv ad aver intervistato Bin Laden, fondatore ed ex leader defunto di al Qaida.

Aggiornato il 06 giugno 2017 alle ore 13:06