Piazza Tienanmen: 28 anni dopo

Migliaia di abitanti di Hong Kong hanno commemorato le vittime del massacro di piazza Tienanmen, a Pechino, pregando e illuminando la notte con centinaia di migliaia di candele. Nel contempo la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, ha rivolto un appello alla Cina affinché finalmente "affronti" la sua storia. Ma a quasi 30 anni di distanza, ricordare la tragedia resta in Cina ancora un tabù.

Nella notte tra il 3 e il 4 giugno del 1989, le truppe dell'Esercito di liberazione popolare fecero irruzione in piazza Tienanmen e avviarono la "normalizzazione" della protesta degli studenti, reprimendola nel sangue con molti che finirono stritolati dai cingoli dei carri armati. A distanza di 28 anni, quella notte si conferma un buco nero: difficile ricostruire i fatti, le responsabilità politiche e capire il numero di morti che il governo cinese ferma a 319, mentre resta il fondato sospetto che siano stati molti di più, cioè diverse migliaia.

Ventotto anni dopo quella notte, che ha segnato la storia, in cui l'Esercito di Liberazione Popolare uccise centinaia di persone scese in piazza per chiedere più libertà e più democrazia, la protesta è ancora viva nell'isola. Come ogni anno, il parco Victoria si è trasformato in un tappeto di candele ma per la Cina, che vieta ogni commemorazione, questo è un giorno qualunque.

Aggiornato il 05 giugno 2017 alle ore 13:44