Trump dice no agli accordi di Parigi sul clima

"L'America è tornata, e non accetterà piu' accordi che vanno contro i suoi interessi". Parola di Donald Trump, che mantiene la parola data ai suoi elettori e annuncia il ritiro immediato degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima. Spiegando che Washington è pronta a negoziare una nuova intesa che sia giusta e non vada contro gli interessi americani: "Se ci riusciremo benissimo, altrimenti pazienza". Immediato, e altrettanto duro, il no da Roma, Parigi e Berlino, che definiscono l'intesa di Parigi "non rinegoziabile".

È lo strappo più grande da quando il tycoon si è insediato alla Casa Bianca e soprattutto una rottura con l'eredità di Barack Obama. Una svolta dalle conseguenze imprevedibili, che potrebbe spingere altri Paesi - vedi India, Filippine Malesia e Indonesia - a seguire la stessa strada.

Trump si è rivolto agli americani e al mondo intero dal Rose Garden della Casa Bianca. In prima fila tutti i più stretti consiglieri del presidente americano, tranne la figlia Ivanka e il genero Jared Kushner. Ad applaudire c'era tutta la West Wing: da una parte il segretario di Stato Rex Tillerson, contrario a uno strappo così forte con l'Europa ma anche con la Cina, e dall'altra il numero uno dell'Epa (l'agenzia ambientale federale) Scott Pruitt, un "falco" noto per le sue posizioni scettiche sul clima. Alla fine è prevalsa la linea dura: "Basta autoinfliggerci delle ferite, gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dall'intesa di Parigi e negoziati da Barack Obama - ha detto il presidente americano - non sono realistici. Azzoppano l'economia americana e favoriscono altri Paesi", vedi la Cina.

Il risultato per la Casa Bianca è che quell'accordo non è in linea con il principio faro dell'amministrazione Trump, quello dell'America First. Trump annuncia quindi lo stop dei fondi Usa al Green Climate Fund dell'Onu e chiarisce come lo strappo sul clima è solo l'inizio: "Assicureremo lo stesso trattamento a tutti quegli accordi, a partire da quelli commerciali, per noi ingiusti e che vanno contro gli interessi americani".

La Cina ha assicurato che andrà avanti con l'Europa sugli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti. Ma dall'Ue arrivano le reazioni più veementi, con il presidente della Commissione Jean Claude Juncker che parla di populismo e avverte: "Non è un bene che gli Usa si ritirino dalla scena mondiale. Ma sia chiaro che il vuoto lasciato dagli Usa verrà riempito". Angela Merkel, Emmanuel Macron e Paolo Gentiloni sono ancora più chiari: "L'accordo di Parigi non è rinegoziabile in quanto è uno strumento vitale per il nostro pianeta, le società e le economie", spiegano la cancelliera tedesca, il presidente francese ed il premier italiano in una nota congiunta. Francia e Usa "non lavoreranno più insieme sul clima", dice poi Macron a Trump per telefono. Mentre in un discorso alla tv replicato anche in inglese, conia lo slogan "Make Our Planet Great Again", scimmiottando quello trumpiano "Make America Great Again". E la Merkel, sempre al telefono con il tycoon, esprime tutto il suo "rincrescimento".

Di diverso tenore le reazioni da Mosca: "La Russia dà grande importanza all'accordo sul clima ma va da sé che la sua efficacia viene ridotta senza i suoi attori chiave", afferma il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov.

Aggiornato il 02 giugno 2017 alle ore 20:08